Dinamo da mani nei capelli bisogna pensare alla salvezza

INVIATO A CREMONA. La Dinamo deve lottare per salvarsi, e con questo atteggiamento non sarà affatto una passeggiata. È la sentenza emessa dal matinée del PalaRadi, dove i biancoblù di Piero Bucchi sono stati spazzati via dalla Vanoli Cremona, sino a ieri ultima in classifica: 89-80 è il punteggio finale di una gara iniziata bene per Logan e compagni e poi improvvisamente sfuggita di mano.

Covid+Covid. Cinque giocatori contagiati tra Natale e Capodanno per la Dinamo; praticamente l’intero roster positivo per Cremona, con i padroni di casa che hanno semplicemente avuto un paio di giorni di vantaggio rispetto ai sassaresi per riprendere a lavorare in gruppo. Niente scuse, insomma, per una batosta che riporta il Banco indietro di almeno due mesi. Lo scollamento dovuto a oltre una settimana senza allenamenti di gruppo è stato evidente in avvio e in molte fasi della gara, ma quando c’è stato da serrare le file, condizione o no, Cremona ha giocato come una squadra mentre la Dinamo no.

Schiaffi al PalaRadi. Contro la Vanoli di coach Galbiati, la Dinamo ha pagato a caro prezzo il numero esorbitante di canestri da sotto concessi agli avversari, che nel secondo tempo hanno segnato 54 punti con percentuali esagerate da 2 (31/48), hanno dominato a rimbalzo (44-31) e nei momenti topici hanno sempre fatto la cosa giusta. A orientare le sorti della gara dalla parte della Vanoli, è stato il break di 25-4 piazzato a cavallo del riposo, quando grazie a un Pecchia devastante (28 punti con 10/12, 9 rimbalzi e 5 assist) la Dinamo si è vista risucchiare dal 23-34 al 48-38. L’abissale differenza nella valutazione di squadra, 118-72, non è altro che la certificazione della pessima prova del Banco. Dietro l’angolo ci sono altre due sfide complicate: mercoledì a Bologna con la Fortitudo, in uno scontro salvezza a questo punto ancora più delicato, e domenica al palazzetto contro Trento.

La partita. Si gioca davanti a pochi intimi e l’avvio è complicato per entrambe le squadre, che non a caso iniziano la loro gara con 4 errori per parte e chiudono il primo periodo con percentuali bassissime: il 5/16 da 2 non impedisce però alla Dinamo di condurre sul 15-20. Il quintetto di partenza, con Robinson, Kruslin, Burnell, Bendzius e Mekowulu, però inizia a mostrare qualche difficoltà e la gara resta aperta, anche perché errori di ogni genere si susseguono da entrambe le parti e il gioco e continuamente spezzettato dai problemi al sistema cronometrico. Proprio in questo frangente interlocutorio, mentre i sassaresi aumentano l’intensità difensiva, si iscrive alla partita anche Logan e per la Vanoli sono dolori: la guardia americana piazza due triple consecutive e a 6’40” dal riposo la Dinamo è avanti 19-27. Il quintetto con Treier centro funziona alla grande ed è proprio il giovane estone a firmare con 5 punti l’ulteriore allungo, che regala al Banco il +11, 21-32. La Vanoli trova presto le contromosse e sul più bello la Dinamo si squaglia: l’asse Poeta-Dime e 8 punti consecutivi di Pecchia permettono ai padroni di casa di risalire dal 23-34 al 35-36. Bucchi prova a dare un’altra chance a Mekowulu, che combina disastri e viene immediatamente bocciato, la Vanoli allunga sul 48-38 con Pecchia e Harris. Qua comincia un’altra partita, con la Dinamo che chiede aiuto alle seconde lineea e dà segnali di vita (54-50, 64-59) ma viene sistematicamente ricacciata indietro (71-61, 75-64) da una Vanoli che arriva al ferro e a canestri facili in maniera disarmante. Finisce 89-80, ed è una lezione dalla quale è assolutamente necessario imparare qualcosa. Altrimenti saranno guai seri.

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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