VERONA. Sacrificio, voglia di rialzare la testa, di uscire da un momento negativo. Il Cagliari a Verona ha dato segnali di vita. La paura che la mancata vittoria con la Salernitana potesse lasciare pesanti scorie, era reale. Preoccupazione che si è dissolta dopo la prestazione di martedì in uno stadio nel quale, in serie A, i rossoblù non vincono da quasi cinquant’anni. Tre i dati confortanti: la crescita sul piano del gioco; una difesa più solida e più protetta; non aver subito gol è un particolare da non sottovalutare considerato che in questa stagione non era mai successo.

Cosa non va. Questo non vuol dire che i difetti sono spariti con un colpo di bacchetta magica e il lavoro da fare resta tantissimo. Per esempio, nella fase di transizione la squadra è troppo “fallosa” nella circolazione della palla, così vanifica situazioni favorevoli che anche l’altra sera si sono verificate almeno cinque-sei volte. Bisogna crescere sulle seconde palle e sull’approccio che anche al “Bentegodi” non è stato dei migliori. Soffrire in quel modo, lasciando l’iniziativa in mano all’avversario, è un difetto da correggere, perché il rischio è quello che le partite si mettano subito in salita.

Sorprese. Bellanova è una di queste, ma anche il portiere Radunovic ha dimostrato che su di lui si può contare. In un puzzle dove alcune tessere mancano proprio, avere la certezza che quando ti volti in panchina hai dei ragazzi affidabili, è sicuramente un’opzione in più per l’allenatore.

Cambio di passo. Il Cagliari ha messo insieme tre risultati positivi di fila. Niente male per chi sta boccheggiando. Adesso serve di più. E questo di più ha una sola parola: vittoria. Per uscire dalle sabbie mobili portare a casa i tre punti diventa un passo obbligato. L’unica via per dare serenità ad un ambiente che vive insieme ai fantasmi della retrocessione da quasi due anni. La sfida col Torino sarà uno spartiacque. Vincere farebbe virare la barca rossoblù verso il mare senza onde, qualsiasi altro risultato continuerebbe a farla navigare nella bufera. (r.m.)

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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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