L’associazione Culturale Itifallico guidata dal Presidente Vincenzo Ortu e da un gruppo di donne e
uomini, appassionati e instancabili, da anni, racconta e fa rivivere usi e costumi della tradizione
Ittirese, attraverso l’allestimento in abitazioni private e di ambienti legati alla vita agro-pastorale. La
memoria di una comunità ha bisogno di essere materializzata, con la scrittura o la riproduzione di
quel ricordo, meglio se oggettivato, al fine di poterla conservare e trasferire. Mani che lavorano per
il matrimonio, “Manos de Fainas pro s’affidu” – Riti del matrimonio Ittirese negli anni ’50, ideata dal
Direttore Artistico Massimiliano Marongiu Trini, si è sviluppata attraverso una ricerca sul campo, con
la tecnica dell’intervista agli sposi di allora, recuperando le informazioni che hanno permesso di
ricostruire l’evento. Si è pensato di raccontare gli anni dal 1950 al 1959, perché il rito in quegli anni
non era ancora, trasformato dagli effetti del boom economico e dalle mode degli anni sessanta. Nel
Centro storico di Ittiri, nel quartiere tra Piazza Umberto e Piazza Olmi, sono state ripulite e riallestite
alcune case disabitate da anni, destinate all’evento. Riaprirà i battenti per l’occasione un antico
negozio di generi alimentari, “Sa Butega de Tiu Serevinu Cossu”, negli stessi locali e con buona
parte degli arredi di allora. Sarà allestito un antico Bar “Su Buteghinu”, e per le strade del quartiere
i bambini “Pitzinnos in carrela”, potranno giocare con gli antichi giochi di quel periodo, grazie alla
proposta curata dalla Cooperativa Manitese di Ittiri. Sarà presente inoltre la giostrina ecologica a
pedali Ecocarosello di Beppe Cugusi. Sono state ripulite e riportate in uso almeno per l’occasione le
antiche vasche di Binza Funtana, la “lavatrice pubblica” per decenni di intere generazioni, dove la
lana veniva lavata per il confezionamento dei materassi, e i cuscini per gli sposi. Grazie al sodalizio
con la Compagnia Teatro Ittiri, che da anni, attraverso pezzi teatrali ricercati ma allo stesso tempo
spassosi, racconta, spaccati della società Ittirese, sarà proposta nelle antiche vasche, un estratto
della commedia teatrale “Male chi si cheret issa mai remediu b’appat”, che affronterà l’argomento
del matrimonio. Una casa attualmente in costruzione, sarà adibita alla riproduzione della raccolta
fotografica dei matrimoni degli anni ’50, al fine di omaggiare con un Album, quello che non hanno
mai potuto avere. Il giorno 18 novembre, sarà dedicato ai preparativi: la lavorazione e la cottura
nell’antico forno di dolci e pane per il matrimonio, le corbule infioccate per contenere il corredo, che
in corteo sarà portato alla casa degli sposi, la preparazione del letto nuziale dalle donne della
famiglia. Il 19 novembre, il giorno del matrimonio, “S’affidu”: saranno posizionate lungo il corteo
nuziale, alcune auto d’epoca del periodo, messe a disposizione dall’associazione il Volante Club
Sassari, da Giuseppe Cannoni e da Laura Faedda. Ci sarà la vestizione della sposa, la benedizione
degli sposi dalle rispettive famiglie, e il corteo nuziale fino alla parrocchia San Pietro in Vincoli,
riceverà la benedizione all’iniziativa. Ad attendere gli sposi nella loro casa, le madri, che daranno la
loro la benedizione con la rottura del piatto. Seguiranno i festeggiamenti con “su tratamentu” il
rinfresco, a base di biscotti e Rosoliu. I Balli di quegli anni suoneranno con le musiche di Tony e
Piera. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di portare i visitatori in un viaggio nel tempo, per riscoprire
l’antica tradizione del matrimonio tipico Ittirese degli anni ’50.

Fonte notizia: Sassari Notizie

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