SASSARI. La telefonata di Roberto Cammarelle, ex campione del mondo ed olimpico, non lo ha colto di sorpresa. Federico Serra sapeva che il suo ingresso nelle Fiamme Oro era legato ai risultati. Dopo il bronzo (con una sconfitta in semifinale che ancora grida vendetta) conquistato agli Europei Èlite e dopo aver fatto il concorso , nei giorni scorsi gli è stato comunicato che i test erano stati superati in modo brillante. «Entrare nel Gruppo sportivo della Polizia era quello che volevo e soprattutto speravo potesse concretizzarsi – spiega Federico che non sta nella pelle dalla gioia -. Mi potrò allenare con maggiore serenità, perchè adesso il mio futuro sarà più stabile e avrò ancora più stimoli».

Il pugile di Porto Torres è reduce da un risultato che non lo ha certo gratificato nonostante sia salito sul podio. «Penso – sottolinea con amarezza – di aver subito un torto. Io in quella semifinale avevo vinto, i giudici, invece, mi hanno visto sconfitto per 3-2. Ci sono stati tantissimi fischia da parte del pubblico. Lo so che è stata una magra consolazione. Tra l’altro in finale avrei incontrato Molina, lo spagnolo che poi ha vinto e che ho battuto cinque volte. Sono convinto che la medaglia d’oro al collo l’avrei messa io. Un peccato, quando ci penso la cosa mi fa molto male».

Il prossimo obiettivo di Serra sono le Olimpiadi di Parigi. «Penso a questo appuntamento e spero di arrivare al top della forma. Nel frattempo mi alleno ad Assisi, nel Centro federale, per i Giochi del Mediterraneo, che si svolgeranno dal 26 giugno al 2 luglio. Un torneo difficile ma posso fare bene».

Sulla possibilità di passare professionista il pugile turritano è chiarissimo: «Non credo, ho 28 anni ma eventualmente ci penserò solo dopo le Olimpiadi. In Italia non c’è tanta attività. Combatterei una volta l’anno, troppo poco per il sacrificio che richiede questo sport. Oggi, inutile negarlo, fare il pugile professionista non ti dà da vivere. Ecco perchè credo che non passerò prof».

Felicissimo Domenico Mura, il maestro che lo ha cresciuto, allenato da sempre e scoperto, facendolo conoscere al palcoscenico nazionale e internazionale . «Sono contento per Federico – dice Mura gonfiando il petto –, è un ragazzo che meritava questo riconoscimento. Ora potrà dedicarsi con ancora più dedizione allo sport che ama. Sono pronto a mettere la mano sul fuoco che si toglierà altre soddisfazioni».

Ora si allenerà a Roma al Centro sportivo delle Fiamme Oro – aggiunge il maestro di Federico –ma sarà sempre il mio allievo che seguirò con attenzione. Ho sofferto più io di lui quando nel match di semifinale degli Europei il verdetto non lo ha premiato. Per me, ma non sono solo io a dirlo, aveva vinto nettamente. Purtroppo non è stata la prima volta che Federico ha subito dei torti».

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