INVIATO A CAGLIARI. Meglio essere chiari: questo Cagliari non lo salva nemmeno un miracolo. Ieri doveva giocare la partita della vita, riscattare la bruttissima figura fatta a Milano. Se è possibile ha fatto anche peggio, naufragando contro una Udinese ordinata, quadrata in tutti i reparti che ha colpito senza pietà affondando una barca che ha fatto acqua da tutte le parti. Mazzarri si assuma le sue responsabilità, in quindici gare ha portato a casa solo nove punti. La sua panchina traballa, anche se giocare martedì con la Juventus potrebbe evitargli l’esonero immediato. Brutto dirlo ma la batosta di ieri è lo specchio fedele di una formazione costruita malissimo la scorsa estate, mai uscita dal tunnel in cui si è infilata da diversi mesi. Il calcio ti presenta il conto, mette a nudo i difetti, quelli fatti in sede di mercato, quando sono state fatte scelte illogiche. Manca un centrocampista capace di verticalizzare, un centrale difensivo, gli uruguiani (eccetto Nandez) hanno deluso su tutta la linea. Un disastro quasi annunciato che chiama in causa il presidente, il direttore sportivo e gli allenatori. Semplici è stato confermato senza credere in lui e dopo tre partite mandato via. Mazzarri non ha dato la scossa e, spiace dirlo, ha peggiorato la situazione. C’è ancora qualcosa da salvare? Si deve giocare un intero girone di ritorno e finchè c’è vita…

Rientri. Nandez e Ceppitelli sono tra i primi undici. L’uruguaiano e il difensore sono arruolati, Mazzarri si affida alla loro esperienza in una partita dall’importanza vitale. Godin e Carboni completano la difesa a tre. L’altra novità è Pavoletti che vince questa volta il ballottaggio con Keita. A centrocampo c’è Grassi e non Deiola. Nandez gioca vicino a Bellanova, col quale scambia spesso la posizione, Dalbert sta a sinistra. Modulo speculare quello dell’Udinese. Beto e Deulofeu sono le punte, Molina e Udogie gli esterni. Walace in mezzo al campo.

Doccia fredda. Inizia malissimo la partita della vita per il Cagliari. L’ennesimo errore in uscita (Godin sbaglia due volte) costa il gol di Makengo. La solita follia di voler giocare la palla anche quando sarebbe meglio lanciare lungo. Un pugno allo stomaco per i rossoblù subito costretti a inseguire. Il match da difficile diventa complicatissimo. L’Udinese è squadra quadrata, fisica, che sa attaccare benissimo gli spazi. I rossoblù hanno le solite difficoltà nel palleggio, troppi errori nella fase di costruzione condizionano pesantemente la manovra. Joao Pedro si muove liberamente su tutto il fronte d’attacco e non dà punti di riferimento. Marin è a sinistra, Grassi fa il regista.

Colpo di grazia. La reazione del Cagliari è tutta nell’occasione che capita a Pavoletti, ma Silvestri risponde da campione. L’Udinese vince tutti i contrasti, usando anche le maniere forti. I rossoblù sono impauriti, quando hanno il pallone tra i piedi non riescono a imbastire il gioco. L’unico che prova ad accendere la luce è Joao Pedro ma il brasiliano viene quasi sempre raddoppiato. La circolazione della palla è lenta, tanto lanci lunghi insensati che agevolano il compito della difesa friulana che non ha velocisti ma è sempre ben posizionata e le prende tutte. Nel finale di tempo Deulofeu azzecca una punizione perfetta e mette la gara in ghiaccio. Rossoblù sommersi dai fischi al rientro negli spogliatoi.

Rivoluzione. Mazzarri fa tre cambi. Aume nta il peso in attacco con Keita, fa uscire un impalpabile Dalbert e mette dentro Lykogiannis, fuori anche Carboni per Caceres. Tutto inutile perchè Molina azzecca un gran tiro dal limite che si infila senza pietà. Il Cagliari è in ginocchio. Il pubblico in silenzio, allibito nel vedere una squadra completamente allo sbando. Senza carattere, senza orgoglio, senza idee, senza un gioco logico. Il 3-4-1-2 che il tecnico prova nella ripresa è un tentativo inutile.

Disastro. I friulani sono padroni del match, il Cagliari inerme. In campo c’è una grandissima confusione. L’espulsione di Marin (doppio giallo) è la ciliegina amarissima di un’altra serata da dimenticare. Arriva anche il quarto gol dei bianconeri, per il Cagliari è notte fonda e la salvezza, allo stato attuale, un miraggio. Giulini e i giocatori si prendono gli insulti della Nord e lo stadio applaude. I tifosi non ne possono più di brutte figure. La società ne prenda atto e se può trovi i rimedi.

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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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