INVIATO A GENOVA. L’incantesimo è stato rotto. Dopo tre mesi il Cagliari torna alla vittoria. L’ultima volta era stato il 17 ottobre, alla Unipol Domus, sempre contro la Sampdoria. Col cuore, con i denti, con la forza della disperazione a tratti anche col bel gioco. I rossoblù sbancano il “Ferraris” meritatamente. Il girone di ritorno è cominciato nel modo migliore. Pur con tante assenze, la squadra di Walter Mazzarri ha saputo capovolgere una partita che dopo il primo tempo non lasciava presagire niente di buono. Deiola e Pavoletti hanno invece firmato un successo che ha un valore enorme nella corsa verso la salvezza. La formazione isolana, soprattutto nella ripresa, ha interpretato il match nel modo giusto, colpendo gli avversari senza pietà. Un segnale di incoraggiamento, anche se la rincorsa è difficile, piena di ostacoli, ma giocando con questo spirito l’impresa è possibile.

Anche Cepitelli out. Il difensore prova poco prima della partita un recupero in extremis (fastidio muscolare) ma non ce la fa. Un’altra tegola per Mazzarri costretto a fare scelte obbligate. Gli assenti sono tantissimi da un parte e dall’altra. Bisogna arrangiarsi. In campo Altare, alla prima da titolare, così come il nuovo arrivato Lovato. Cerniera a cinque a centrocampo. Bellanova e Lykogiannis sono gli esterni, Grassi il centrale, Deiola e Marin interni. Pavoletti-Joao Pedro coppia d’attacco. Nella Samp in campo dall’inizio gli ex Ekdal e Murru, mentre Caputo vince il ballottaggio con Quagliarella e affinca Gabbiadini in avanti. Quello di D’Aversa è un 4-4-2.

Se sbagli… Vieni punito. Il Cagliari comincia con personalità e mette alle corde la Sampdoria creando due occasionissime che non concretizza. La squadra di Mazzarri fa girare bene il pallone, sfruttando soprattutto la corsia di destra. Bellanova affonda sempre, Marin si sovrappone e Candreva più volte è in ritardo nella chiusura. Ma nel calcio se non sei cinico il rischio è quello di essere punito. Cosa che succede puntualmente quando Gabbiadini (sesta rete contro il Cagliari) alla prima occasione fa centro. Un problema che si ripete dall’inizio della stagione. Joao Pedro non dà punti di riferimento, viene incontro, si fa dare la palla, apre varchi. I Quattro Mori sono costretti ad inseguire contro un avversario che nei primi 25′ tira una sola volta in porta.

Piedi ruvidi. La manovra del Cagliari manca di qualità. Troppi giocatori più abili a contrastare che a costruire. Ci provano Grassi e Marin a dare profondità al gioco ma sono spesso imprecisi e hanno il difetto che portano troppo a spasso il pallone perdendo preziosi tempi di gioco. Dopo un avvio che fa ben sperare, gli isolani fatto una gran fatica ad avvicinarsi alla porta difesa da Audero. Il pressing dei rossoblù è sterile, la Samp può palleggiare senza opposizione. Mazzarri inverte le posizioni di Deiola e Marin. Il tecnico le prova tutte per dare la scossa a una squadra in difficoltà sul piano psicologico.

Metamorfosi. Deiola, che nel primo tempo era stato se non il peggiore, tra i peggiori in campo, rimette le cose a posto andando a bersaglio dopo una ripartenza finalmente finalizzata. La gara si accende e anche gli animi si scaldano, complice un arbitraggio troppo permissivo. Il Cagliari potrebbe approfittare di una Samp colpita nel morale ma la gara si fa confusa con errori da ambo le parti. Il Cagliari ha delle buone ripartenze ma poi sbaglia quasi sempre il passaggio decisivo.

Pavo fa centro. I rossoblù passano con Pavoletti nella fase centrale del match. L’attaccante è freddissimo davanti alla porta. Deiola esce stremato, torna Faragò dopo un’assenza lunghissima. Il finale è una corrida, ne fa le spese Candreva che colpisce a gioco fermo Carboni e viene espulso. Joao Pedro e Faragò sbagliano il colpo di grazia. Arriva il fischio che mette fine alle ostilità. Il Cagliari vince dopo quasitre mesi. La fiammella ddella speranza è viva.

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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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