BOLOGNA. Il meglio e il peggio del repertorio, tutto in quaranta minuti, ma stavolta con netta prevalenza della parte buona. La Dinamo vede l’inferno per qualche minuto ma sbanca con pieno merito il PalaDozza di Bologna per 89-103. Il virtuale scontro salvezza con la Fortitudo Kigili, nel recupero della tredicesima giornata, restituisce il sorriso e due punti d’oro ai biancoblù di Piero Bucchi, che nel primo tempo avevano sofferto le pene dell’inferno scivolando anche a -10.
Tutti per uno. Finisce con i giocatori biancoblù che aspettano a centrocampo Christian Mekowulu per abbracciarlo a modo loro: è la prestazione del centro nigeriano, insieme alla difesa del secondo tempo, la più bella notizia della serata. Mekowulu, in odore di taglio, a tre giorni dalla disastrosa prestazione di Cremona, ha risposto presente. E la sua gara da 20+8, pur contro una squadra priva di centri di valore, è comunque un bel segnale.
Musica diversa. Il meglio e il peggio in 40’, si diceva: il peggio sono le 6 palle perse del primo quarto, i 39 punti concessi nei primi 15’ di gioco e anche l’aver lasciato che Totè si atteggiasse da stella del pitturato per tutto il primo tempo, prima di dargli una inevitabile spazzolata. Il meglio sono i 35 punti subiti in tutto il secondo tempo, la reazione rabbiosa avuta nel finale del secondo quarto (un break di 25-5 a cavallo del riposo) e la personalità con la quale è stato gestito l’ultimo periodo, con la Fortitudo che provava in tutti i modi a rientrare in partita. Ma la musica è diversa, quando il centro gioca, la squadra difende e tutti hanno voglia di tuffarsi sulle palle vaganti. Domenica arriva a Sassari la sorprendente Trento, che ieri ha perso di 32 in casa del Partizan Belgrado, e la Dinamo potrà giocarsi con maggiore serenità l’ultimissima chance per entrare nella Final Eight.
Vecchi fantasmi. Il primo quarto è tutto un disordinato corri e tira, nel quale la Dinamo si presenta in versiona banda del buco (10-3 dopo 2’30”) rientra subito e sembra prendere in mano la gara (12-17). Poi arriva il solito blackout, con Totè in versione Divacche propizia il break di 10-0 della Effe e il 22-17 della prima sirena. Il peggio deve ancora arrivare, perché la difesa continua a ballare (39-35 al 15’), ci sono già 9 palle perse e la Effe tira con l’80% da 2.
La svolta. Due bombe di Frazier valgono il 47-37 a meno di 3’ da metà gara, ma dopo il timeout di Bucchi piano piano qualcosa cambia. Le giocate personali di Robinson riavvicinano il Banco, che poi trova le bombe di Kruslin e Logan, una bella palla recuperata di squadra e due tiri liberi di Diop: è una scossa decisiva, perché con questo break (13-0) Sassari va al riposo avanti, 49-52, e molto più serena.
Vittoria di slancio. Al rientro in campo il Banco riprende a fare canestro e la panchina assicura ricambi validi per Burnell e Kruslin, che hanno problemi di falli. L’atteggiamento dei sassaresi è quello giusto (52-62 al 24’), con Aradori e compagni che ora devono sudare per ogni canestro. Dopo il +13, 56-69 a 4’21”, arriva la fiammata di Bending (8 punti consecutivi e 68-75 al 20’), ma la Dinamo riallunga subito: la zona felsinea viene punita dai due giocatori del momento: Mekowulu e Logan danno spettacolo e a 7’15” da fine gara il tabellone dice +15, 73-88. È una bella ipoteca sulla vittoria, ma c’è ancora da soffrire, anche perché in attacco arrivano un paio di errori clamorosi e la Fortitudo si rifà subito sotto, anche se in maniera disordinata. Sul 79-88 a 5’20” da fine gara, c’è il timeout di Bucchi, che rassicura i suoi e regala loro l’ultio slancio: Kruslin, Bendzius e Robinson fanno ancora +13, 81-94 a 3’35”, Bologna prova a stringere in difesa ma non ha più né gambe né testa. Tutto il contrario del Banco, che si tuffa su rimbalzi e palle vaganti. Finisce 84-103, ed è una bella scimmia scacciata via. (red.sp.)
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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