SASSARI. Nuovi orizzonti. La Dinamo sceglie uno dei giorni più complicati da fattori esterni per cominciare a guardare avanti e ritornare nei posti che più le competono. Quello di Trento, squadra terza in classifica, è lo scalpo più prestigioso (88-80 il finale) di questa prima parte di stagione e rincuora tutto l’ambiente, soprattutto siamo alla quarta vittoria in cinque partite: la Final Eight è sfumata, ma quello che più conta è smettere di guardarsi continuamente le spalle. Giocando così, l’orizzonte adesso è quello di rimettere stabilmente i piedi nelle prime otto posizioni, quello che, sin dal prima anno, è stato il territorio biancoblù.
Ostacoli inaspettati. Mekowulu, uno dei migliori nell’ultima gara a Bologna, si è presentato per pura forza di volontà dopo una notte agitata a causa di un’indisposizione. In più, poco prima della gara il coach Piero Bucchi ha scoperto di essere positivo al covid, una notizia che ha fatto scattare l’allarme e il conseguente piano di emergenza: «Devo dire grazie alla società che ci ha permesso in poco tempo di scendere in campo in totale sicurezza» ha detto a fine gara Giacomo Baioni, che si è sentito chiamare alle armi all’improvviso e ha dovuto gestire una situazione imprevedibile. Se l’è cavata, ancora una volta, alla grande. Così come tutto il gruppo.
Una lunga corsa. La partita si è risolta nella seconda metà dell’ultimo quarto, dopo una costante altalena tra due squadre molto diverse tra loro che avevano anche pianti tattici differenti. Trento, dichiaratamente, voleva togliere velocità e transizione alla Dinamo e finché è riuscita a controllare il ritmo è rimasto in partita. I biancoblù, preoccupati della forza fisica degli avversari, hanno scelto di riempire l’area colorata e anche a costo di prendere qualche tripla in più (11/24 da dietro l’arco per Trento) hanno di fatto pareggiato i rimbalzi (33-34) e tenuto sotto il 50 per cento da due punti gli avversari. La gara è andata avanti su saliscendi, con qualche break importante ma mai decisivo, con Eimantas Bendzius che nella prima parte si è caricato sulle spalle il peso dell’attacco e Gerald Robinson che ha spaccato la partita negli ultimi 4’. Per i tifosi biancoblù vedere lui sul parquet dopo Clemmons adesso è come passare, in un concerto, dalla noia di un gruppo spalla alle scintille della rockstar tanto attesa.
Senza respiro. Avanti 17-12, la Dinamo ha chiuso il primo quarto 24-21 allungando fino al 31-24 all’inizio del secondo. Baioni promuove in quintetto Diop e centellina Mekowulu, alla fine del primo quarto ha già ruotato la panchina e chiede ai suoi tanto sacrificio in difesa per ripartire appena possibile. La lunga corsa comincia da qui, senza respiro, tra discese ardite e risalite improvvise: palla persa e Trento passa avanti (31-35, break 0-11), controbreak biancoblù di 11-0 (42-35) forzando gli avversari a tante palle perse e massimo vantaggio sul 44-35.
A metà gara è 44-38 nonostante un pessimo 3/12 da tre punti, la corsa continua quando il redivivo Burnell piazza una tripla e la Dinamo scatta fino al 57-41. Un break importante che si scioglie come neve al sole in pochi minuti, Trento pareggia (61-61) a 1’40’’ dalla sirena, che arriva sul 66-66. Anzora gli ospiti mettono il naso avanti (66-69, 71-73) si va avanti colpo su colpo e a 4’ dalla fine la partita cambia padrone una volta per tutte: 76-73, Williams si mangia un canestro da sotto, Robinson colpisce (78-73) e manda in scena il suo show (82-73). Gli ultimi colpi li assesta Gentile, Trento stavolta va giù e non riesce a rialzarsi.
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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