CAGLIARI. Dieci punti in cinque gare. Gli stessi che il Cagliari ha conquistato in tutto il girone di andata. Di solito i numeri non mentono, sono quasi la cartina di tornasole di una squadra. Ora i rossoblù hanno un’identità, sono (quasi) a immagine e somiglianza dell’allenatore. Il mercato ha dato una mano a Mazzarri, che ora può contare su calciatori che sudano la maglia, remano tutti nella stessa direzione, formano un gruppo motivato, pronto a sacrificarsi, a spendere sul campo l’ultima goccia di sudore. Quello che è successo domenica pomeriggio a Bergamo. Un gruppo nel quale non ci sono gerarchie, il posto si conquista durante gli allenamenti. «Io non guardo in faccia nessuno», le parole del mister. Messaggio recepito da un collettivo che sembrava destinato ad affondare.

Metamorfosi. «Tutti fanno il loro lavoro – spiega Walter Mazzarri – pressano nel modo giusto avendo capacità di recuperare e ripartire, che da sempre sono caratteristiche delle mie squadre. Per fare questo devi avere calciatori disponibili e con gamba. Sono contento di guidare questi ragazzi». Il timoniere del Cagliari ha vissuto in questi mesi momenti complicatissimi. Si è trovato a fronteggiare una situazione che non si aspettava. Lo ha aiutato l’esperienza, la capacità di motivare i giocatore e come detto, gli acquisti del mercato di gennaio (Lovato e Goldaniga, Baselli per ora ha giocato una manciata di minuti) e la crescita di alcuni giocatori come Pereiro, Dalbert e Bellanova. Mandati via i separati in casa, la squadra ha cambiato marcia.

Sintonia. «In un club, dentro e fuori dal campo, ci vuole grande chiarezza, rispetto dei ruoli da parte di tutti. Quando c’è questa coordinazione si vedono i risultati. Il calcio va gestito come un’azienda e le logiche aziendali sono identiche a quelle sportive, se lavori bene poi il campo ti dà ragione». Mazzarri esplicita un concetto alla base dei successi nel campo lavorativo, qualsiasi esso sia. La ritrovata armonia, il senso di appartenza (Lovato è un esempio, sa di essere di passaggio a Cagliari e che a fine stagione tornerà all’Atalanta, ma ha sposato il progetto e lo dimostra sul campo), un obiettivo per cui lottare, sono i presupposti per mantere la categoria, patrimonio non solo di Cagliari ma dell’intera Sardegna. «Sono felice perché adesso siamo una squadra diversa – conclude Mazzarri – con un’aria differente da qualche mese fa. I risultati ti ripagano quando il collettivo segue alla lettera ciò che mister e staff propongono».

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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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