CAGLIARI. Guglielmo Vicario sulla strada del Cagliari. Il portiere, in prestito all’Empoli, ha avuto una crescita esponenziale in questa stagione. È titolare, ha un rendimento altissimo (la media voti è superiore a 6,5), tanto che la società toscana sta pensando di esercitare a fine stagione il diritto di riscatto. Altri soldi cash che finiranno nelle casse dei Quattro Mori, che sperano di incassare anche i 12 milioni di euro dal Verona, se riscatterà Simeone. Il presidente del club rossoblù, Tommaso Giulini, ha dimostrato di avere dimistichezza col ruolo. Sua la scelta di dare fiducia a Cragno, sua l’intuizione sullo stesso Vicario, sua l’idea di portare in Sardegna Radunovic, altro giocatore che quando è stato chiamato in causa ha risposto alla grande.

Confronto. Al “Castellani” uno di fronte all’altro due pupilli del patron del Cagliari. Cragno è arrivato fino alla Nazionale, anche se poi il ct Roberto Mancini lo ha lasciato a casa quando ha fatto le convocazioni finali per l’Europeo. Vicario è un ragazzo (25 anni) che è stato lasciato partire perchè aveva bisogno di giocare dopo l’esperienza in prestito al Perugia. Lui stesso lo ha chiesto alla società ed è stato accontentato. «È un ragazzo intelligente, reattivo e di personalità. Ma è soprattutto un ragazzo umile che lavora tantissimo». Questo il pensiero di Andreazzoli, allenatore dell’Empoli, su un ragazzo riservato, che preferisce far parlare il campo. Da quando è arrivato il mister non ha avuto dubbi sulle gerarchie, il titolare è lui.

Rientri. Forse è troppo dire che Walter Mazzarri si frega le mani. Ma se rientra anche Pavoletti, con Keita tornato vincitore dalla Coppa d’Africa, oltre a Joao Pedro che ha scontato la squalifica, in attacco è tornata l’abbondanza. Tante opzioni e un Pereiro in più. Sarà difficile lasciare fuori l’uruguaiano dopo l’exploit della scorsa domenica a Bergamo. Anche la difesa ha più soluzioni con Altare (tornato negativo) e Carboni a disposizione.

Continuità. Il lavoro del mister rossoblù sulla testa dei giocatori sta dando i frutti sperati. Ha gettato acqua sul fuoco dell’entusiasmo, ricordando a tutti che la strada da percorrere per raggiunge il traguardo salvezza è ancora lunga. Sacrificio, pressing, raddoppi di marcatura, ripartenze. Le armi usate per mettere ko l’Atalanta sono quelle da mettere sul campo anche domenica aEmpoli.

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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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