CAGLIARI. Il giorno dopo gli scontri fra tifoserie e polizia al termine della partita Cagliari-Napoli , con un arresto e tre denunce fra gli Sconvolts, una decina di contusi fra tifosi e forze dell’ordine, è quello delle valutazioni. Condanna unanime per il nuovo atto di violenza da parte di teppisti camuffati da tifosi, polemiche per come si sono svolti i fatti e sul perché ai supporter napoletani in trasferta, è stato concesso di insultare e provocare con una marcia quasi di stampo militaresco per le vie del centro, la città di Cagliari.

Erano arrivati a metà mattinata in 180 all’aeroporto di Elmas e si sono rifiutati di salire sui pullman messi a disposizione dalle prefettura. Hanno preso il treno che collega lo scalo aeroportuale con la stazione centrale di piazza Matteotti. Sono scesi però alla fermata intermedia di Santa Gilla e si sono diretti verso via Roma e quindi verso la Unipol Domus, inquadrati come un plotone militare, controllati a vista dalla polizia.

«Non potevamo costringerli a salire sui pullman – hanno poi spiegato il prefetto Tomao e il questore Rossi -, avremmo scatenato una reazione di violenza». La marcia è proseguita, sempre scandita da cori contro Cagliari e il Cagliari, ma senza episodi di violenza fisica. Tutto rimandato a fine gara, con il tentativo degli Sconvolts di arrivare al settore ospiti passando dall’esterno. È scoppiata la guerriglia in strada fra forze di polizia e ultrà, altrettanto dentro lo stadio nel piazzale sottostante la tribunetta riservata alla tifoseria ospite. Solo intorno alle 22,30 i tifosi ospiti sono stati fatti salire sui pullman e scortati in aeroporto.

Il giorno dopo, ieri, le istituzioni responsabili dell’ordine pubblico sono finite sotto accusa. Amministratori comunali, consiglieri regionali e parlamentari sardi hanno fatto sentire la loro voce: «Abbiamo assistito a scene vergognose – hanno detto -, la presenza di poche decine di tifosi napoletani è stata gestita male. Ma a Cagliari non dovevano neppure arrivarci per motivi di sicurezza».

Luciano Onnis

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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