INVIATO A TORINO. La faccia felice del Cagliari è quella di Alessandro Deiola. Lui più di tutti incarna l’attaccamento alla maglia, la voglia di lottare, di sacrificarsi. Ed è suo il gol che regala ai rossoblù una vittoria che vale oro. Una corsa senza freni verso il settore ospiti, la festa per chi come Ale si sente cagliaritano fino al midollo. Tre punti che non fanno solo classifica, sono lo specchio di una squadra lontanissima parente di quella vista nel girone di andata. I Quattro Mori hanno messo sotto il Toro non solo nel risultato, ma anche sul piano del gioco. Hanno affrontato la gara con personalità, hanno a tratti imposto il proprio ritmo, si sono aiutati a vicenda, hanno saputo soffrire, mostrando maturità. La mano di Mazzarri non è “santa” ma ha dato a questo gruppo quello che gli mancava: gioco, autostima e ha cancellato l’alone di negatività che si era impadronito dell’ambiente. La strada verso la salvezza è giusta.

Conferme. Mazzarri cambia una sola pedina rispetto alla gara col Napoli. Marin gioca dall’inizio al posto di Baselli che non recupera e come Nandez resta a casa. Fiducia alla coppia d’attacco Joao Pedro-Pereiro, il brasiliano ai granata ha già fatto gol all’andata. Altare vince il ballottaggio con Carboni a dimostrazione di una crescita costante per questo ragazzo. Grassi fa il regista, Marin e Deiola hanno libertà di inseririsi tra le linee. Il Torino risponde con Belotti punta centrale, Pjaca e Brekalo alle sue spalle. Pobega diventa il punto di riferimento in mezzo al campo .La gara comincia con 5′ di ritardo in segno di solidarietà contro la guerra in Ucrania.

Approccio ok. Il Cagliari inizia con personalità. I rossoblù prendono in mano le redini del gioco, tanto che il Torino ci mette una decina di minuti prima di avvicinarsi alla porta difesa da Cragno. La squadra di Mazzarri alza il livello del pressing, fa densità in mezzo al campo, prova a sfruttare le corsie che i granata presidiano con costanti raddoppi di marcatura. I ritmi non sono altissimi, Lovato si prende cura di Belotti, Bremer di Joao Pedro. La leggera supremazia dei Quattro Moro viene premiata dal gol di Bellanova che sfrutta l’assist di Grassi. Abile Dalbert nell’occasione a battere subito il fallo laterale. Il Cagliari è messo bene in campo, chiude le linee di passaggio e quando entra in possesso del pallone non lo butta mai via.

Reazione. Il Toro ci mette qualche minuto ad assorbire la botta. Poi comincia guadagnare metri, alza il baricentro e tiene Cragno in apprensione. Il portiere è bravo sulla punizione di Brekalo. Pereiro si muove sul tutto il fronte d’attacco per non dare punti di riferimento. Cragno è super sulla conclusione di Pjaça, aiutato dalla traversa. I granata crescono nella circolazione della palla, sono più aggressivi, costringono i Quattro Mori ad abbassarsi. E’ una fase nella quale il Cagliari fa fafica a ripartire.

Botta e risposta. Il pareggio del Torino lo realizza Belotti ma nell’occasione la difesa del Cagliari, su palla inattiva deviata da Dalbert, è piazzata male e il “Gallo”, lasciato solo in area (Lovato dove era?), può calciare senza opposizione. Un errore pagato a caro prezzo che fa infuriare il tecnico rossoblù. Pereiro fa in tempo a non sfruttare una buona palla che gli regala Bellanova e viene sostituito. Dentro Pavoletti che dopo pochi secondi offre a Deiola l’assist (di petto) per il gol che riporta avanti i rossoblù. Juric rinforza l’attacco con Sanabria e inserisce anche Singo, più offensivo di Vojvoda e lo dimostra subito. Goldaniga non è fortunato davanti alla porta, sarebbe stato il colpo del ko. Non succede altro, il Cagliari fa il colpaccio e mette in cassaforte tre punti pesantissimi che lo avvicinano alla salvezza. Una metamorfosi che ha un solo nome: Mazzarri.

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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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