INVIATO A CAGLIARI. Mamma che batosta! Il Cagliari affonda sotto i colpi di una Lazio che ha dominato. Difficile dire se sia tutto merito dei biancocelesti o se i rossoblù siano incappati in una giornata storta. Resta il risultato negativo che rallenta la corsa dei Quattro Mori verso la salvezza. Ieri non ha funzionato praticamente nulla, si è vista una squadra sempre in difficoltà, incapace di trovare le contromisure ad un avversario che ha dimostrato sul campo di essere fuori portata. Alla pattuglia di Mazzarri è mancata la determinazione, la capacità di sfruttare le corsie, la circolazione della palla raramente è stata fluida, tanti gli errori. Tutto questo ha sicuramente spianato la strada agli ospiti che cinicamente ne hanno approfittato, colpendo al momento giusto. Il Cagliari deve cancellare questa gara in fretta, metterla nel dimenticatoio, fare tesoro degli errori e ripartire.

Conferme. Squadra che vince non si cambia. Walter Mazzarri applica alla lettera una regola non scritta del calcio e conferma gli stessi undici che hanno sbancato Torino. Il tecnico del Cagliari mette in pratica concetti espressi più volte. Una squadra aggressiva, determinata, che chiude le linee di passaggio, conquista palla e riparte. Pereiro è il partner di Joao Pedro in attacco, con libertà di scambiarsi la posizione con il compagno. La Lazio conferma il 4-3-3. Immobile boa centrale, Felipe Anderson e Zaccagni esterni. Luis Alberto e Milinkovic Savic affiancano Leiva a centrocampo.

Squadre corte. Lazio subito determinata e aggressiva. Pressing asfissiante a tutto campo da una parte e dall’altra. Spazi per giocare il pallone non ce ne sono, serve velocità di pensiero per trovare dei varchi. Deiola si prende cura di Milinkovic, dall’altra parte è Lovato a tenere d’occhio Immobile. Bello il duello tra Bellanova e Luis Alberto, mentre Goldaniga se la vede con Zaccagni. Marin Leiva è l’altro faccia a faccia che il laziale stravince.

Var. Sul tiro di Luis Alberto, Altare tocca la palla col braccio, anche se il movimento è anomalo. Maresca va vedere le immagini e concede il rigore. Immobile lo trasforma. La gara comincia in salita per i rossoblù, l’equilibrio si spezza per un episodio sul quale si può discutere a lungo ma la sensazione e che il direttore di gara prenda la decisione giusta. Il Cagliari paga un errore di posizionamento. La squadra subisce il colpo e fa fatica a carburare. I Quattro Mori soffrono la velocità degli esterni laziali e rischiano. La difesa balla perchè i centrocampisti non sono reattivi e si fanno saltare con troppa facilità. Si devono aggiungere gli errori nei passaggi, Pereiro e Deiola sono quelli più “fallosi”. Avvicinarsi alla porta difesa da Strakosha è un problema perchè la Lazio presidia benissimo le corsie con Marusic e Radu.

Colpo del ko. Il raddoppio della Lazio è una ripartenza da manuale che Luis Aberto comincia e finalizza dopo aver coinvolto Felipe Anderson. La differenza tra le due squadre a tratti è imbarazzante. La formazione di Sarri sembra quasi giocare al gatto col topo, mentre il Cagliari annaspa, non ha uno straccio di idea per mettere in difficoltà un avversario nettamente superiore. Due gol di scarto sembrano anche pochi per quello che si è visto.

Mazzari cambia. Dopo una dozzina di minuti dentro Pavoletti e Carboni per Deiola e Altare. Due punte con Pereiro tra le linee. Ma è tutto inutile perchè subito dopo arriva il colpo del ko con Felipe Anderson, su un’altra ripartenza subita dopo un appoggio sbagliato da Carboni. Il punteggio assume proporzioni pesanti. Nella mischia viene gettato Baselli ma ormai la partita ha poco da dire. La Lazio chiude in 10, espulso Marusic nel finale per doppio giallo. Il Cagliari si lecchi le ferite, resetti e si concentri sulla sfida di sabato con lo Spezia, nella quale sbagliare sarebbe pericoloso.

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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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