INVIATO A LA SPEZIA. Non ci sono scuse da accampare. Il Cagliari viene affondato da un avversario, lo Spezia, che domina una partita in equilibrio solo per metà del primo tempo. Poi la squadra di casa ha preso il sopravvento e da quel momento i rossoblù non sono praticamente più esistiti. Se non tornano a casa con un passivo ancora più pesante il merito è solo di Cragno, che oltre a parare un rigore è stato decisivo almeno in altre tre occasioni. Una sconfitta pesante, perchè era uno scontro diretto per la salvezza ma soprattutto per come è maturata. Gare come queste devono essere giocate col coltello tra i denti, mentre la squadra isolana col passare dei minuti si è sciolta come un gelato al sole. Forse l’allarme lanciato dal tecnico livornese non è stato recepito dal gruppo, che anche ieri, in alcune situazioni ha peccato di presunzione perdendo palloni letali. Così la salvezza diventa un traguardo difficilissimo da raggiungere.

Novità e sorpresa. Sono due e non tre le “facce nuove” nella formazione del Cagliari rispetto alla gara con la Lazio. Scontato Pavoletti al posto di Pereiro. Baselli non rileva Deiola come si era pensato alla vigilia, ma Marin. Scelta tecnica per dare più qualità al centrocampo. Altare è tra i primi undici, Carboni parte dalla panchina. Lo Spezia si schiera col 4-2-3-1. Gyasi riferimento in avanti, Verde, Maggiore e Agudelo alle sue spalle.

Paura. Squadre abbottonate. La posta in palio è troppo importante per scoprirsi e concedere vantaggi all’ avversario. Il Cagliari e lo Spezia giocano d’attesa, aspettano una mossa falsa per colpire. I rossoblù tengono il campo con personalità. Spazi stretti, si fa molta densità a centrocampo, non è facile fare tre passaggi di fila. Tanti lanci lunghi, soprattutto della formazione di Mazzarri che non riesce a sviluppare il proprio gioco sulle corsie perchè i liguri chiudono tutte le linee di passaggio. Lovato si prende cura di Gyasi, Goldaniga di Agudelo e Altare di Verde. Pavoletti fa a sportellate con Nikolaou e Reca, avversari che gli rendono la vita difficile.

Super Cragno. C’è un contatto in area tra Dalbert ed Erlic. Orsato viene richiamato da Irrati e va a vedere le immagini. È rigore. Cragno ipnotizza Verde e respinge la conclusione. È il momento più difficile per i rossoblù, che subiscono lo Spezia. Cragno ancora protagonista su Agudelo. Se i Quattro Mori non sono sotto lo devono solo alle prodezze del loro portiere. Le occasioni degli “aquilotti” arrivano tutte su errori in costruzione della squadra isolana. Troppe palle perse che fanno infuriare Mazzarri. Lo Spezia sale di tono, si gioca in una sola metà campo.

Mazzarri cambia. Dalbert resta negli spogliati, dentro Zappa. Bellanova si sposta a sinistra. Lo Spezia passa con Erlic su un calcio d’angolo che i rossoblù contestano a lungo. La squadra di Motta sembra più determinata, più aggressiva, arriva sempre per prima sulle seconde palle ed è avanti meritatamente. Fuori Baselli e Deiola, dentro Marin e Pereiro che si piazza alle spalle delle punte. Aumenta il peso offensivo del Cagliari. Entra anche Keita per Lovato. Difesa a quattro con Zappa che si abbassa. Manaj fa in tempo ad entrare che mette dentro il gol che chiude la partita. Difesa del Cagliari completamente in bambola. Il 4-2-4 finale non serve a niente. I Quattro Mori escono dal campo a testa bassa. Riflettano, perchè prestazioni così da una squadra che si deve salvare sono inaccettabili.

Anche Mazzarri esce dal campo a testa bassa, si aspettava un partita diversa. «Lo Spezia ha meritato di vincere – le sue parole -. Loro sono stati più determinati di noi. La squadra non ha avuta la reazione che ci voleva dopo essere andata sotto. Dobbiamo cercare di ritrovare quello spirito che ci ha consentito di risalire un po’ la classifica, altrimenti diventa tutto difficile».

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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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