SASSARI. Il pericolo è che la storia possa ripetersi, per la salute delle imprese dell’autotrasporto e per quella dell’economia dell’isola. Oltre al caro dei carburanti, calmierato con il taglio delle accise figlio di un provvedimento a scadenza, un mese, è arrivato anche il rincaro dei prezzi dei traghetti, 60 euro in più per ogni pezzo imbarcato. Un aumento che il paio con quello dello scorso febbraio, 50 euro in più per ogni mezzo imbarcato, che porta il totale a 110 euro in più per ogni tir o semirimorchio in viaggio da o per l’isola. Per questo sono tutti al lavoro e presto potrebbero arrivare importanti novità, dal Governo ma anche dalla Regione. La scadenza è vicina e, ironia della sorte, la manifestazione nazionale del 4 aprile convocata da Unatras sarà contemporanea all’aumento dei biglietti per le tratte marittime.

Fondo biglietti. Per il momento è poco più di un’idea ma presto potrebbe diventare realtà. La Regione e Confindustria sono al lavoro per mettere insieme i fondi necessari per ristorare le imprese dell’autotrasporto che varcano il Tirreno e che presto vedranno salire il costo dei biglietti. «Stiamo lavorando per provare a trovare una soluzione di questo tipo», spiega Giuseppe Ruggiu, presidente di Confindustria Centro Nord Sardegna. Anche il vicepresidente della Regione, Alessandra Zedda, conferma l’intenzione di dare una mano ad un settore fondamentale come quello dell’autotrasporto: «È una nostra intenzione, abbiamo pensato ai ristori. Siamo molti attenti e seguiamo le evoluzioni della vertenza – spiega Alessandra Zedda –. Domani (oggi, ndr) durante il vertice di maggioranza vedremo di capire quali tempi dare alla legge Omnibus, che deve prendere in considerazione tutte le misure legate al caro energia, tra cui sicuramente quelle manifestate dagli autotrasportatori negli ultimi giorni».

Governo al lavoro. Mentre la Regione studia l’intervento sui biglietti, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile è diventato l’ombelico del mondo dell’autotrasporto italiano. Concluso il vertice con le associazioni di categoria «convocato in modo urgente» dalla viceministra Teresa Bellanova per discutere i criteri e le modalità di erogazione del fondo di 500 milioni di euro per compensare i maggiori costi dovuti agli aumenti eccezionali dei carburanti.«Le Associazioni all’unanimità hanno chiesto alla viceministra che le risorse previste, oggetto di un decreto interministeriale da condividere con il Mef ed emanare entro 30 giorni, siano impiegate nella maniera più efficace possibile per calmierare gli esorbitanti costi subiti affinché arrivino tempestivamente alle imprese di autotrasporto», afferma il ministero in una nota, spiegando che «d’intesa con la viceministra si è definito il metodo d’azione con cui lavorare e il bacino di beneficiari». Sul punto si è convenuto che «beneficiari saranno coloro i quali hanno diritto al rimborso accise trimestrale, per i quali la riduzione di 25 cent alla pompa sta avendo un effetto quasi nullo». Si tratta delle imprese autotrasporto merci conto terzi con veicoli euro 5 ed euro 6 oltre le 7,5 tonnellate, che altrimenti rimarrebbero penalizzate». Un aspetto che a molti trasportatori sardi potrebbe non piacere, soprattutto perché il parco mezzi attivo nell’isola non è esattamente tra i più moderni.

Le associazioni. Confartigianato trasporti sta organizzando assemblee in tutta l’isola per tenere aggiornati tutti i colleghi sugli ultimi sviluppi delle vertenza: «Si parla di una cifra vicina al miliardo di euro, tra i 290 milioni stanziati qualche settimane fa, i 500 che dovrebbero arrivare tra qualche giorni e il taglio delle accise. Noi ci lamentiamo ma dobbiamo ammettere che non è poco – spiega Giovanni Mellino –. Se venisse convertito in legge come sembra, sarebbe un bell’aiuto per la categoria. Noi stiamo facendo pressing sulle commissioni di Camera e Sanato in modo che il decreto passi così com’è e ora dobbiamo solo stare attenti che tutto si concretizzi».

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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