SASSARI. Quasi un miliardo e 300 milioni di euro per la Sardegna. Molto più di un tesoretto. Il Pnrr prevede una maxi iniezione di risorse che serviranno per ricostruire l’isola dopo il passaggio dello tsunami della pandemia. Per l’esattezza alla Sardegna sono stati destinati 1.284,98 milioni di euro per le infrastrutture. Soldi che saranno utilizzati per realizzare strade, ferrovie ma anche piste ciclabili, per la rigenerazione delle città, per le Zes.

Il Piano della Unione europea è basato su tre assi strategici – digitale, verde, coesione sociale – e sei missioni, ed è accompagnato dalla raccomandazione che i piani nazionali prevedano soltanto progetti cantierabili che inizino nel 2022 e si concludano entro il 2026 con una progressione di stati di avanzamento lavori che consentano l’erogazione delle tranche di finanziamento. Traguardi non semplici da tagliare, in particolare in Italia, dove di un cantiere si conosce la data di chiusura e mai quella di chiusura – la quattro corsie tra Sassari e Olbia è un emblema di questa prassi – ma sul rispetto dei tempi l’Europa, giura Bruxelles, sarà inflessibile.

Missione 1. La prima Missione si concentra sul rilancio della produttività del Paese attraverso l’innovazione e la digitalizzazione nei settori Pubblica amministrazione, cultura e turismo, con uno stanziamento totale di circa 40 miliardi di euro. All’isola arrivano 62 milioni, e saranno tutti per il trenino verde: 17 milioni per la tratta Mandas-Arbatax, 15 a testa per Sassari-Tempio-Palau, Macomer-Bosa, Isili-Sorgono.

Missione 2. Per la Missione 2 sono stati stanziati 59 miliardi di euro, con l’obiettivo di dare impulso a una radicale transizione ecologica, proseguendo il cammino verso la completa neutralità carbonica e verso uno sviluppo sostenibile per l’ambiente, per mitigare le minacce a sistemi naturali e umani. Per la Sardegna sono stati riservati 455 milioni. Nel dettaglio 138 per il parco autobus, di cui 108 per il rinnovo del materiale rotabile con autobus elettrici a idrogeno per Cagliari, e 29,79 per autobus alimentati a metano per il trasporto extraurbano. Altri 15,19 milioni saranno utilizzati per acquistare treni ad alimentazione elettrica o a idrogeno. E ancora: 9,37 milioni per interventi per la mobilità ciclistica a Cagliari e Sassari, 33 per la Ciclovia della Sardegna. E poi 45 milioni per l’edilizia residenziale pubblica, 11 milioni per l’efficientamento delle cittadelle giudiziarie di Cagliari e 203 milioni per 16 interventi di manutenzione e messa in sicurezza degli invasi.

Missione 3. Investimenti per 25 miliardi, destinati a rendere il sistema infrastrutturale italiano più moderno, digitale e a basso impatto ambientale, per rispondere alla sfida della decarbonizzazione indicata dalla Ue e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite attraverso infrastrutture sostenibili. Il maxi tesoretto sardo per questa missione è di 696 milioni di euro. Di questi 140 sono destinati all’Arst per il potenziamento del collegamento ferroviario tra Alghero e l’aeroporto Riviera del corallo con un impianto di produzione di idrogeno e materiale rotabile per la linea Sassari-Alghero-aeroporto. Altri 18 milioni per la ferrovia Monserrato-Isili. E ancora: 130 milioni per il raddoppio della Decimonannu-Villamassargia e 170 per il collegamento ferroviario tra Olbia e l’aeroporto Costa Smeralda.

Restano da ripartire 700 milioni per il piano stazioni al Sud: interessate Macomer e Oristano. Altre risorse sono state stabilite per i porti dell’isola. A fare la parte del leone è il porto di Cagliari: 99 milioni per le realizzazione dei nuovi banchinamenti del nuovo terminal Ro Ro del Porto canale. Altri finanziamenti previsti per il cold ironing, ovvero il processo per ridurre le emissioni dalle navi: 20,9 milioni per il porto storico di Cagliari, 12 per il Porto canale, 21 per Olbia, 2,4 per Golfo Aranci, 12,7 per Porto Torres, mezzo milione a testa per Santa Teresa e Portovesme.

Missione 5. Arrivano nell’isola anche 70 milioni della Missione 5, che punta a favorire il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne. Per la rigenerazione urbana andranno 15 milioni a Oristano, 12,4 a Olbia, 14,7 a Sassari, 14,3 a Quartu. Solo 10 milioni per le Zes per il collegamento tra il terminal Ro Ro del Porto canale e la strada 195, mentre 4,21 milioni per il rilancio dell’Alta Marmilla e del Gennargentu Mandrolisai. Restano da ripartire 450 milioni per le strade.
 

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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