FONNI. Festeggiare gli anniversari è importante. Non foss’altro perché obbliga chi li festeggia ad esercitare la memoria, a ricordare da dove si è partiti, aprendo i cassetti delle immagini e degli aneddoti con cui cullarsi e guardare con maggiore consapevolezza al futuro. Si dà il giusto valore a quanto costruito, ai sacrifici fatti. Questo la famiglia Cugusi Coinu lo sa bene. Infatti qualche giorno fa gli otto figli di Raffaele e Maria mancati ormai da diversi anni così come uno dei nove figli, si sono ritrovati attorno a una torta e a sessanta candeline. Sessanta anni da quando la famiglia emigrò da Fonni verso la penisola con destinazione le dolci colline toscane attorno a Montepulciano. La storia si fa in fretta a ripercorrerla, specie se i testimoni diretti di questa impresa possono raccontarla seduti attorno a un tavolo e condividerla con chi, è il caso della Nuova Sardegna, ha scelto di costruire un ponte con il popolo dei sardi emigrati, rappresentati dalla grande Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia.

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Gino Cugusi, è uno dei nove e conduce un agriturismo in uno dei poderi della famiglia, uno per ciascuno fratello, tutti confinanti, tutti a formare un piccolo grande distaccamento di Sardegna in terra Toscana, che dai trenta ettari acquistati nel lontano 1962, si è ampliato fino a oltre 200 ettari e estendendosi a quello che è un indirizzo multifunzionale: oltre all’allevamento di pecore di razza sarda è stato costruito un caseificio (attualmente vera e propria eccellenza condotta da Silvana Cugusi), agriturismi, vigne. «Certo l’arrivo in queste terre non fu per niente facile – racconta Gino –, arrivammo a marzo e c’era la neve. Il freddo ci accolse in questo progetto di vita pensato e voluto fortemente da mio padre».

Raffaele, classe 1915, sposò Maria Coinu e formò la sua famiglia a Fonni. La casa in via Sorabile registrò la nascita di ben otto dei nove figli della coppia. E quello a Fonni sarebbe stato un futuro tranquillo sicuramente, perchè Raffaele, dopo gli studi in agraria, aveva iniziato ad allevare nei suoi terreni pecore e mucche, e la moglie Maria aveva aperto una latteria. Ma questo forse non bastava al capo famiglia che aveva capito che il futuro dei suoi figli poteva essere ancora migliore in una terra più lontana, magari meno difficile rispetto a quella sarda. La decisione di partire tutti assieme arrivò in poco tempo: casa e terreni furono venduti nonostante la decisione venne osteggiata da tantissimi fonnesi.

«Mia mamma e mia nonna piansero per quindici giorni quando arrivarono. Si resero conto che quel podere isolato nelle campagne era tutt’altra cosa rispetto all’allegria del paese, al calore dei rapporti quotidiani della comunità. Non c’era acqua in casa, nemmeno luce. La casa era vecchia». Un quadro desolante, ma gli obiettivi erano raggiungibili con la forza di una famiglia dedita al lavoro e capace di sopportare il sacrificio. Il caseificio segnò la svolta con una produzione di formaggio adattata ai gusti dei consumatori. «Un periodo di boom turistico per quella zona – spiega ancora Gino – che ci consentì di ampliare il caseificio e crescere economicamente». Poche le volte che la famiglia ha fatto ritorno a Fonni, il lavoro dettava le vacanze ma il legame era quotidiano grazie a Maria che non ha mai omesso e dismesso il suo essere donna di Barbagia. Temperamento e amorevole attaccamento alla famiglia, ben descritti nel libro che Mariateresa Cuderno e Fabio Menga, entrambi insegnanti di lettere, hanno voluto mettere nero su bianco raccontando la storia straordinaria di questa famiglia. “Isciandula”, un titolo tipicamente fonnese che richiama l’architettura che lasciarono i Cugusi quando partirono, con le case di un tempo, con tetti a scheggia, “de isciandula” che sopportano le più brusche intemperie. «Come i Cugusi, specie in Val d’Orcia, tantissimi sono gli esempi vincenti, di adattamento sociale, di resilienza, grande sacrificio, ma grandi soddisfazioni» commenta infine un testimone diretto di quel tempo, l’orotellese Natalio Mele, psicologo all’Asl di Siena in quegli anni di grandi mutamenti e emigrazione.

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