CAGLIARI. Testa bassa e pedalare. Il Cagliari ha ripreso subito gli allenamenti dopo la scoppola (5-1) di Udine in vista dell’impegno difficilissimo di sabato contro la Juventus all’Unipol Arena (ore 20.45). Ma non si può certo invitare i rossoblù a tracciare una linea e dimenticare il passato e concentrarsi sulle prossime sette partite. Nella storia di questo campionato ci sono state giornate pesanti come quella di domenica, anche se stavolta Cragno ha dovuto raccogliere dal sacco il numero più alto di palloni.
Il passato insegna. Oltre al tracollo della Dacia Arena, infatti, sono state almeno altre 5 le partite in cui il Cagliari è stato annichilito dall’avversario, a cominciare da 4-1 di agosto in casa del Milan, con Semplici in panchina. Snocciolare la serie di “orrori” con Mazzarri alla guida , come quelli contro l’Inter a San Siro e contro Udinese, Lazio e Fiorentina all’Unipol Domus, serve a sottolineare come questo Cagliari sia sempre sull’ottovolante, anche dopo aver iniziato a respirare vincendo in casa della Sampdoria. Salvarsi non sarà facile e sarà meglio evitare di alternare buone prove ad autentici suicidi tattici.
Udine incubo. L’ultimo è quella di domenica pomeriggio, in cui i rossoblù si sono consegnati praticamente all’avversario che ha messo a ferro e a fuoco la difesa cagliaritana. Con le altre sconfitte di proporzioni larghe e senza discussioni il vizietto è identico. Quello di tentare subito la rimonta, scoprendo il fianco in maniera ingenua, finendo per essere infilzati dagli avversari che ringraziano e mettono in ghiaccio il risultato.
Vantaggio inutile. Il Cagliati oltretutto, a Udine era riuscito anche a passare in vantaggio. Ma paradossalmente la rete ha avuto il potere di scatenare i friulani contro l’11 di Mazzarri incapace di erigere una barriera convincente nella propria metà campo. Così i gol sono arrivati a grappoli, mentre il tecnico, che non ha brillato in questa occasione nella scelta della formazione iniziale, ha continuato a fare cambi senza riuscire a irrobustire il suo schieramento.
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Note positive. In una giornata davvero difficile da dimenticare vanno sottolineati comunque alcuni aspetti positivi. Intanto il gol di Joao Pedro, una vera perla da vedere e rivedere, che è servita a sbloccare il capitano dopo un digiuno di sette giornate. La speranza è che, al di là del pesante 5-1, l’attaccante riesca a ritrovare anche nelle prossime partite la via della rete, in una fase del torneo in cui ci si gioca davvero la salvezza senza appello.
L’altra bella storia è quella di Marko Rog, rientrato insieme a Walukiewicz a ripresa inoltrata. Il croato ha sofferto 13 mesi fuori per un doppio infortunio. Il suo ritorno è importantissimo vista la sua forza in fase di tamponamento e i suoi strappi nelle ripartenze. Una pedina in più per sognare un finale di stagione positivo.
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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