Dopo gli Academy Awards è tempo degli Oscar di casa nostra: i David di Donatello, il più importante riconoscimento cinematografico italiano. Un percorso verso la cerimonia del 3 maggio, che sarà trasmessa in diretta su Rai 1 con la conduzione di Carlo Conti e Drusilla Foer, partito ieri con la rivelazione delle nomination. Le magiche cinquine delle diverse categorie, basate sui film iscritti alla 67edizione dello storico premio: ben 160 lungometraggi, usciti in sala negli ultimi dodici mesi come prevede il regolamento del concorso. Com’era facilmente prevedibile a guidare il ristretto plotone dei candidati è Paolo Sorrentino con “È stata la mano di Dio”, l’opera più personale del regista napoletano che si è guadagnata 16 nomination. A partire da quella per la statuetta più ambita, il David per il miglior film che si giocherà con “Freaks Out” di Gabriele Mainetti (che pareggia il numero totale di candidature), “Qui rido io” di Mario Martone, “Ennio” di Giuseppe Tornatore e “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo.

Sono ben undici le nomination per il film girato a Sassari, all’interno dell’ex carcere di San Sebastiano, che racconta il tempo sospeso della vita in prigione accomunando detenuti e agenti di custodia. Dalla regia, con la cinquina che rispecchia quella per il miglior film, all’attore protagonista, un inedito Silvio Orlando che veste i panni di un ergastolano e gareggia per bravura con Toni Servillo scelto per interpretare il capitano delle guardie del carcere in dismissione dove si svolge la storia. Servillo che risulta candidato nella stessa categoria per il ruolo di Eduardo Scarpetta in “Qui rido io” (completano la cinquina Filippo Scotti, Franz Rogowski ed Elio Germano) e come non protagonista per “È stata la mano di Dio”, dove ha possibilità di vincere la statuetta anche Fabrizio Ferracane presente nel cast di “Ariaferma”. Per il film di Leonardo Di Costanzo da ricordare anche la nomination per la fotografia, con il pluripremiato Luca Bigazzi già recordman di David di Donatello (sette quelli vinti finora), la sceneggiatura originale, il produttore, la musica, la scenografia, il montaggio, il suono.

Per un film praticamente tutto al maschile, unica donna Francesca Ventriglia della compagnia teatrale sassarese Meridiano Zero che appare in un paio di scene all’inizio come direttrice del carcere, impossibile concorrere nelle categorie riservate alle attrici dove quest’anno è interessante trovare nomi nuovi rispetto al solito. Per la miglior interprete protagonista gareggiano Aurora Giovinazzo, Miriam Leone, Maria Nazionale, Rosa Palasciano e Swamy Rotolo. Come attrice in ruoli di supporto si giocano invece la vittoria Susy Del Giudice, Vanessa Scalera, Cristiana Dell’Anna, Luisa Ranieri e Teresa Saponangelo. Le ultime due entrambe per “È stata la mano di Dio”, il film di Sorrentino che è sicuramente il grande favorito per portare a casa diversi riconoscimenti. L’anno scorso il trionfatore dei David di Donatello era stato “Volevo nascondermi”, il film di Giorgio Diritti sul pittore Antonio Ligabue che aveva vinto sette importanti statuette. Compresa quella per le migliori scenografie con il premio alla sassarese Alessandra Mura. Quest’anno l’unica speranza di veder alzare una statuetta a un sardo è invece riposta in Roberto Saba, originario di Golfo Aranci, candidato per gli effetti visivi del film di Claudio Cupellini “La terra dei figli” basato sull’omonimo fumetto di Gipi.

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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