NUORO. L’eccezione sollevata dai difensori degli imputati del processo sulla “sindacopoli” del Goceano, è stata accolta dal giudice Luisa Rosetti che ha dichiarato inutilizzabili tutte le intercettazioni, perché in realtà disposte in un altro procedimento. E siccome proprio sulle intercettazioni si è basata l’inchiesta condotta dal pm Giorgio Bocciarelli, ora verrebbe meno buona parte dell’impianto accusatorio.

Sul banco degli imputati l’ex sindaco di Burgos, Salvatore Arras, Maria Antonietta Salis, responsabile dei servizi finanziari del Comune di Burgos, Maria Giovanna Carroni, commercialista di Nuoro e revisore dei conti del Comune di Burgos, Angelo Crabolu, ex vicesindaco di Nule, Luigi Deffenu, Giuseppe Tilocca, Francesco Salis, Francesco Farris, Carlo Saba, Leonardo Nughedu, Angelo Lodde, Maria Giovanna Nughedu, Bachisio Molotzu (difesi dagli avvocati Lorenzo Soro, Gianluigi Mastio, Ivano Iai, Giuseppe Malandrino, Giovanni Colli, Francesco Mossa e Antonio Falchi), accusati a vario titolo di aver messo su, tra il 2013 e il 2014, un sistema collaudato di appalti pilotati che spiazzava dall’affidamento di incarichi all’aggiustamento di aste pubbliche.

Tra le accuse contestate, anche il reato di falso materiale in concorso e quello di turbata libertà degli incanti. L’indagine era nata da alcune intercettazioni disposte nell’ambito del procedimento relativo agli attentati contro il comandante e il vice della stazione dei carabinieri di Burgos. Da quelle conversazioni erano emersi particolari che per gli inquirenti provavano l’esistenza di una sorta di “sindacopoli”. Tra gli episodi contestati la manifestazione di interesse per un bando che riguardava l’istituzione di un impianto fotovoltaico a Burgos. Secondo l’accusa, l’ex sindaco, geometra di professione, aveva contattato un suo collega di studio, per assegnare l’incarico all’ingegnere Angelo Crabolu.

Sempre Arras sarebbe stato favorito nell’affidamento di un incarico per la realizzazione di una strada a Lodè. In questa vicenda sarebbero coinvolti Luigi Deffenu, allora vicesindaco del Comune nuorese, e il responsabile dell’ufficio tecnico. Quindi il reato di falsità materiale in concorso, commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, contestato ad Arras, Salis e Carroni, perché avrebbero retrodatato una determina relativa ai premi di produttività dei dipendenti. Il documento doveva essere prodotto entro il 31 dicembre 2013, invece, l’operazione era stata affrontata il 20 febbraio 2014, e solo dopo «corretta» era stata pubblicata sul sito del Comune. Prossima udienza il 21 aprile. (k.s.)
 

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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