CAGLIARI. Bobo Gori è un doppio ex speciale di Cagliari e Juventus, visto che ha vinto lo scudetto indossando le maglie di entrambe le squadre. Ha vinto, prima dell’approdo nell’isola, anche due campionati con l’Inter. Ma se gli chiedi qual è il ricordo più bello non ha dubbi. «Lo scudetto del Cagliari. Perché inaspettato e perché riuscimmo a superare tutti i grandi squadroni del Nord. E io fui fra i protagonisti».

Le sue due squadre si incontrano all’Unipol Arena e lui, con il cuore che pende ancora un po’ verso il rossoblù, insinua dubbi sul risultato finale. «Se dovessimo prendere in esame i valori in campo, il finale dovrebbe essere scontato: vince la Juventus. Ma penso che non sarà facile per Allegri. Sarà una partita aperta».

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L’ex falso centravanti rossoblù spiega. «La Juventus ha vissuto una stagione altalenante e il Cagliari in altre occasioni ha dimostrato di potersi battere con profitto anche con le formazioni più forti del campionato. Questo soprattutto nel girone di ritorno dopo aver aggiustato alcune cose, in particolare la difesa. Gente come Joao Pedro o Pavoletti possono mettere in difficoltà qualsiasi difesa».

Detto questo però, Bobo Gori non risparmia le critiche sia a una che all’altra società. «Il Cagliari purtroppo sta soffrendo da alcuni anni, sempre lì sull’orlo della retrocessione. Ci sono degli errori di fondo che sono chiari. Non metto sotto accusa il presidente Giulini, che mi sembra che non lesini investimenti, semmai è il settore tecnico che costruendo la squadra non ha brillato».

E la Juve? Il discorso è molto simile. «Intanto – spiega – c’è da dire che dopo aver vinto nove scudetti di fila è anche normale che la palla passi ad altri. . L’interesse sul calcio ne soffrirebbe parecchio. Oltre alle sofferenze sotto il profilo finanziario, anche in questo caso le scelte tecniche della società non sono state brillanti, a cominciare dalla rotazione degli allenatori: tre in tre stagioni. In una squadra di vertice simili cose possono portare conseguenze negative».

Gori da alcuni anni non ritorna in Sardegna. Si gode, da 76enne, la pensione a Milano, con un tavolo riservato al ristorante di famiglia dove ha trascorso tanti anni:: Le colline pistoiesi. «Io ho mollato tutto. Ora ci lavorano mia sorella e mio nipote. Qui arrivano sempre tanti calciatori, e così capita di fare ancora quattro chiacchiere e ricordare gli anni d’oro. Per me, però il ricordo più bello resta sempre Cagliari e quello scudetto impossibile vinto con Albertosi, Riva e gli altri. Sono stato fortunato perché andando via dall’Inter ho trovato l’ambiente giusto e un’isola meravigliosa».

 

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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