OTTANA. Recuperare un documento storico che si pensava non esistesse o che non fosse neppure recuperabile è sempre un avvenimento importante per riempire i tasselli vuoti della storia locale. Se capita, poi, che questo documento ritrovato sia avvolto da una patina di mistero, il ritrovamento diventa anche suggestivo ed eclatante. Protagonista del recupero di una testimonianza scritta di un pezzo della storia di Ottana è l’associazione culturale Apposentu che è riuscita, con una ricerca meticolosa e impegnativa, a recuperare, nell’archivio della biblioteca dell’università di Cagliari, un manoscritto autentico e certificato della poesia “Sa canzone de sa vida santa”, scritta dal poeta ottanese dell’800 Giuseppe Soru. Si tratta di un manoscritto redatto quando ancora il poeta, la cui opera è molto nota a Ottana e non solo, era in vita.

Lo scritto venne donato al canonico Giovanni Spano da un personaggio sconosciuto, forse un ecclesiastico. Il documento, infatti, è stato trovato tra le carte inedite del famoso studioso della storia sarda depositate nella biblioteca universitaria. Il testo stesso, introdotto da una prefazione, appare redatto con particolarità distinte e controfirmato. Esso riscrive in parte l’opera e la storia de “Sa canzone” del poeta ottanese che, tra l’altro, era analfabeta. Lui, dunque, la poesia l’avrebbe dettata all’amanuense suo contemporaneo.

«Per ora non possiamo rivelare altri particolari – fanno sapere con soddisfazione per l’importante risultato della loro ricerca i componenti dell’associazione –. Tutto verrà reso noto in un libro di imminente pubblicazione che riporterà per intero le 226 ottave, svelando finalmente i misteri che avvolgono il prezioso manoscritto». I temi trattati nella poesia, finora trasmessa solo oralmente e scritta, a questo punto, sulla base di un testo non certificato, sono di carattere religioso, con particolare riferimento alla creazione dell’universo, alla vita del Cristo e al triduo pasquale della sua passione, morte e resurrezione che rivive nella settimana santa. Questo componimento guida da oltre un secolo il rito della deposizione del venerdì santo che si svolge nella maestosa e austera chiesa del XII sec. di san Nicola: “s’Iscravamentu” che si terrà quest’anno il 15 aprile prossimo. Un rito della religiosità popolare immutato nel tempo, che a Ottana è molto sentito e suggestivo. «Il fatto che il rinvenimento del manoscritto della poesia di tziu Giuseppe Soru sia avvenuto nel 2022 – sottolineano i soci del sodalizio – appare una coincidenza degna di nota. Quest’anno, infatti, ricorrono i 150 anni dalla morte del poeta che nacque a Ottana nel 1815 e morì nel 1872, sempre a Ottana». Ora l’associazione Apposentu intende promuovere varie iniziative che, proprio nel 2022, ricordino il poeta Soru a cui Ottana ha dedicato una via nel rione di Piredu. «Si tratta – annunciano i soci – di proporre progetti per i ragazzi delle scuole; di pubblicare un libro contenente il manoscritto de “Sa canzone de sa vida santa”, con note sulla vita che si svolgeva a Ottana nel tempo in cui fu scritta la poesia e di organizzare un convegno sulla lingua e sulla particolare vicenda del manoscritto per concludere, infine, con una serata in onore del poeta con la partecipazione dei tenores ottanesi». L’associazione Apposentu è stata costituita nel 2019 e ha come soci fondatori, Danilo Puggioni, Rina Sanna, Maria Grazia Puddu e Cinzia Nieddu. Obiettivo principale del sodalizio è dare impulso e divulgare studi e approfondimenti di carattere storico e culturale riguardanti la storia locale. E, bisogna dire, come inizio, non c’è male.

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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