MOGORELLA. Serve un incidente probatorio per arrivare alla verità processuale o forse per cristallizzare quella verità che la procura ritiene di avere già in mano. Due sono i periti che ieri mattina hanno giurato in tribunale e a loro, oltre che ai carabinieri che hanno portato avanti tutte le indagini coordinati del pubblico ministero Armando Mammone, è affidata una parte fondamentale per tentare di capire cosa davvero sia accaduto nella casa di Antonino Demelas, il cuoco di 69 anni, accusato di aver ucciso la compagna Marina Castangia, 60 anni di Cabras, e di averne occultato o distrutto il corpo.

L’incidente probatorio riguarda però il secondo filone dell’inchiesta, quello per abusi sessuali che l’ex cuoco avrebbe commesso ai danni di una bambina minorenne del piccolo paese del Grighine, figlia di una famiglia con cui aveva dei legami molto stretti. È proprio per capire se davvero l’adescamento e le violenze sessuali ci siano state che la procura ha richiesto la verifica di una serie di elementi ad alcuni specialisti. A giurare di fronte alla giudice per le indagini preliminari sono stati ieri mattina una psicologa e un carabiniere del Reparto investigazioni scientifiche. Hanno compiti ben diversi, ma entrambi funzionali a formare la prova o eventualmente a scagionare l’indagato che è in custodia cautelare in carcere da alcune settimane.

La psicologa dovrà esaminare una delle due bambine e cercare di verificare l’attendibilità della sua versione in merito agli abusi che, in una fase embrionale dell’inchiesta, sono da considerare presunti. Il carabiniere del Ris ha invece un compito legato all’esame di alcune tracce biologiche, quindi Dna, che potrebbero risultare decisive per una conferma delle accuse. Secondo la procura e secondo gli stessi carabinieri, che seguivano i movimenti compiuti da Antonino Demelas sin da quando era sotto indagine per la scomparsa di Marina Castangia, questi si sarebbe appartato con la minorenne ed è proprio in quei luoghi che potrebbe aver lasciato la prova degli abusi sessuali. Sempre secondo gli inquirenti, i suoi rapporti ambigui con la bambina sarebbero stati all’origine del litigio che avrebbe convinto Antonino Demelas a uccidere Marina Castangia. La donna potrebbe aver scoperto i presunti abusi e quindi il compagno avrebbe deciso di sopprimerla, quindi di far sparire il suo corpo approfittando dei rapporti non sempre costanti che Marina Castangia intratteneva coi figli e con gli altri familiari, coi quali interrompeva spesso le comunicazioni per lunghi periodi.

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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