OLBIA. La percezione è di aver fatto qualcosa di storico, ma anche di poter aumentare l’entità dell’impresa. All’ultima giornata, guardando un po’ ai risultati degli altri campi, i bianchi si sono qualificati per i playoff per la promozione in serie B. In città e nei bar l’Olbia è tornata argomento principale, sui social è pioggia di complimenti. Il Primo maggio sfida all’Ancona. Intanto l’allenatore dell’Olbia Max Canzi prende consapevolezza di quanto fatto nel day-after della vittoria decisiva con il Grosseto nell’ultimo turno del girone B di serie C.

Sabato quando l’arbitro ha fischiato la fine ci avete messo un po’ prima di esplodere in festa, come mai?

«Sapevamo i risultati dagli altri campi ma le partite non erano ancora terminate, volevamo la conferma».

Olbia nei playoff, era l’obbiettivo.

«Il presidente ci ha sempre puntato ed è stato bravo a ribadirlo, io quello che dicevo a stampa e spogliatoio era di migliorare lo scorso campionato. Va da sé che ciò portava molto probabilmente ai playoff. Diciamo che non l’ho detto in maniera diretta ma passando attraverso il concetto di migliorarsi».

Lo scorso anno 47 punti e 13° posto, quest’anno 46 punti e nona casella. Ha inciso un campionato così equilibrato?

«Sì, ma anche solo sotto l’aspetto professionale era un girone più difficile dello scorso, e giocato quasi tutto a porte chiuse. Siamo passati da partite con 500 tifosi in casa a trasferte da 4-5mila spettatori, grande differenza, temevo di vincerne molte meno fuori. Negli ultimi due anni abbiamo centrato i due migliori risultati nella storia dell’Olbia in serie C unica con tre punti, e ora abbiamo la possibilità di migliorare ancora le statistiche».

Ora sfida all’Ancona.

«Dopo 38 partite contano i punti, loro hanno finito a +11 da noi, si sono dimostrati più bravi. Ma noi ce la siamo sempre giocata alla pari con tutti e così sarà questa volta, pur sapendo di avere dalla nostra solo un risultato su tre, la vittoria, per passare il turno».

Tabella di marcia?

«Due giorni liberi. Ricominceremo domani pomeriggio con la settimana tipo. Giusti i festeggiamenti per un traguardo importantissimo, e bisogna ricaricare le batterie. La trasferta di Ancona è la più lunga del girone, troveremo un clima infuocato ma siamo temprati».

Le è piaciuta la vittoria con il Grosseto?

«L’arbitro è stato bravo ad annullare loro due reti che erano da annullare. Avrebbe potuto girare male. Al 70’ hanno scheggiato la traversa dalla stessa mattonella da dove Pescara e Vis Pesaro ci hanno puniti. Questo per dire che le riflessioni dell’ambiente sono risultato-centriche, le nostre devono essere lucide: questa è andata bene pur con gli stessi episodi di altre volte. Dobbiamo essere più bravi».

Che discorso ha fatto all’intervallo?

«Dovevamo vincere, punto. Nel secondo tempo abbiamo rischiato in qualche occasione, e mi dispiace che Biancu sia stato ammonito e sarà squalificato con l’Ancona. Ecco perché poi ho cambiato gli altri diffidati, Lella, Pinna e La Rosa».

È il suo punto più alto in carriera?

«Sì. Da allenatore dilettante ho vinto campionati e playoff, ma era un altro livello. Per tanti anni da collaboratore ho ottenuto salvezze in serie A importanti ma non ero diretto responsabile. I successi in Primavera hanno una valenza diversa. È il punto più alto, con la grande possibilità di aumentarne ancora il valore domenica».

Migliore e peggiore partita del campionato.

«La vittoria a Modena (1-2), un capolavoro di risultato e prestazione. In negativo il primo tempo con la Carrarese. Poi alcune che a ripensarci vien rabbia. In casa con Pescara, Entella, Vis Pesaro… partite difficili da giustificare. Poi, se posso…».

Può, certo.

«Ho sentito spesso dire che questa è nettamente la squadra più forte della storia dell’Olbia. In realtà rispetto allo scorso anno non abbiamo cambiato molto, tra giocatori andati via e chi è arrivato non c’è grande differenza. Semmai tanti giocatori sono migliorati dal lavoro di due anni».

A proposito di giocatori: Ragatzu e Udoh?

«Ci hanno portato dove siamo ora. Insieme hanno fatto più della metà dei gol totali. 26 delle 44 nostre reti. A volte anche troppo criticati».

Biancu.

«Ha giocato un campionato meno evidente dello scorso, per i pochi gol, ma è stato sempre continuo, e tatticamente prezioso».

Lella.

«Continuità incredibile, è un giocatore moderno che difende e attacca, straordinario».

La Rosa.

«Si guadagna sempre un posto di titolare con le prestazioni. Ha fame, applicazione e voglia, ha cambiato tanti ruoli e se bisogna buttarsi nel fuoco per la squadra lo fa. A livello umano, mi ha fatto un grandissimo piacere che sabato abbia giocato da capitano e festeggiato davanti al suo pubblico».

Giandonato da un certo punto ha giocato molto meno, si parlava di frizioni personali.

«No, ha pagato il cambio di modulo. Ha grandissime qualità tecniche ma il dinamismo non è la sua principale capacità. Si è sempre allenato bene. Devo fargli i complimenti, spesso gli uomini si pesano quando non giocano. Esclusivamente una valutazione tecnica di cui mi assumo le responsabilità».

Come vive la città?

«La vivo tanto. Abito in centro, spesso faccio colazione nei bar, appena posso mangio il panino ai polpi da Quirico. Il giorno che non sarò più a Olbia è una delle cose che mi mancherà di più, è un dono di Dio».

Sull’affluenza dei tifosi si è espresso in negativo, qualche tempo fa arrivò a dire che a Olbia sembra di giocare un campionato di 38 partite in trasferta.

«Sì, è una cosa che mi manca tantissimo. So dei problemi interni dei tifosi della curva, sono questioni tra loro ma credo che la squadra avrebbe meritato un po’ di aiuto in più, è un peccato sentire cantare sempre gli avversari anche quando sono in pochi. Ringrazio chi è sempre venuto tutto l’anno, si è sentito l’appoggio».

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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