SASSARI. Partenza da Napoli alle 4 con il sole ancora bell’addormentato, atterraggio ad Alghero di prima mattina e un 25 aprile in libertà per tutto il gruppo. La Dinamo riprenderà ad allenarsi oggi, ieri serena ha tirato il fiato dopo il successo colto a Napoli, campo difficile a prescindere ma reso ancora più ostico dalla precaria classifica dei partenopei e da un pubblico caldissimo. Ma la Dinamo di questi tempi partita dopo partita sta imparando a fare tesoro dei propri errori, evitando di ripeterli. E se tre settimane fa ancora fuori casa contro Pesaro dopo essere stata a lungo in solido vantaggio è calata nel finale facendosi riprendere e sorpassare, domenica nel posticipo in Campania una volta avvertito il fiato degli avversari sul collo ha stretto i denti e ha nuovamente allungato, conquistando due punti d’oro in prospettiva playoff.
Il sesto posto solitario non è ancora una garanzia, va difeso ma resta pur sempre un trampolino dal quale tentare il salto verso la quinta posizione, in modo da evitare un avvio di playoff contro Milano o Bologna. Venezia quarta è a +4, nelle ultime due giornate trova Pesaro e Milano. Tortona è quinta a +2 e deve vedersela con Trieste e Brindisi. La Dinamo negli scontri diretti è sotto 0-2 con Tortona e sopra con Venezia per la differenza canestri ma soprattutto ha una gara in più da giocare, il recupero del 6 maggio in casa con la Virtus Bologna, oltre al match di domenica in casa con Cremona e al finale dell’8 a Varese. Si può fare? Ci si deve credere. E di sicuro fraquelli che ci credono c’è Stefano Gentile, uno che quando appena spira venticello di playoff cambia marcia, accelerando. Per lui – nato a Maddaloni e cresciuto nella Juve Caserta – domenica a Napoli è stato quasi un derby.
«Ci aspettavamo una gara dura, in quell’ambiente – racconta l’esterno biancoblù –, sapevamo che non avrebbero mollato facilmente e che il pubblico li avrebbe sostenuti fino alla fine ma siamo stati bravi perché quando loro sono rientrati non ci siamo disuniti, e anche quando in attacco le cose hanno cominciato a non girare al massimo abbiamo sopperito con la difesa, quello che ci era mancato a Pesaro».
Playoff quasi centrati, ma in quale posizione?
«Dei playoff ancora la matematica non dice niente e io faccio gli scongiuri. In questo sport può succedere di tutto ma naturalmente siamo contenti, il successo di domenica ci ha portati al sesto posto da soli e adesso è tutto nelle nostre mani. Siamo più tranquilli, e insieme anche più responsabili».
Quando si avvicinano i playoff scatta qualcosa?
«Si comincia ad avere più concentrazione e attenzione, si cerca di lavorare anche in prospettiva perché quando sei in ballo giochi sempre e di tempo per preparare novità ce n’è poco, quindi tutto il fieno che riesci a mettere in cascina in questo periodo te lo ritrovi poi».
Siete a buon punto, e anche Bilan lo è.
«Miro è a un ottimo punto, lavoriamo tutti per lui, conosciamo il suo potenziale e diamo tutto per integrarlo al meglio. Poi, lui ha una condizione fiica e mentale buonissima».
Adesso?
«Adesso conta solo il risultato.
Domenica c’è Cremona, che all’andata vi giocò un brutto scherzo.
«Sì, ci hanno sorpresi, anche se noi venivamo dal Covid. Sono già retrocessi e non hanno niente da chiedere ma proprio per questo giocheranno lefggeri, senza pressione, e in tanti vorranno mettersi in luce per la prossima stagione».
Poi la Virtus, e il match d’andata perso all’overtime che ancora brucia».
«Sì ma contro le grandi è così. Tu non hai niente da perdere e te la giochi, Giochi anche meglio, però le grandi squadre lo sono anche perché pur non giocando al massimo vincono lo stesso. Ma noi ci vogliamo provare perché sono in palio punti importanti per migliorare la posizione».
E il pubblico vi darà una mano. Vi siete riabituati?
«Sembrava sempre di giocare come delle amichevoli, ora invece la carica dei tifosi si sente eccome. Il pubblico ti fa giocare meglio, più aggressivo anche fuori casa dove devi concentrarti per bloccare il rumore».
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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