ALGHERO. Sono arrivati in due a bordo di uno scooter, indossavano il casco. Si sono mossi senza la preoccupazione di essere bloccati e riconosciuti, con la sicurezza tipica di chi certe azioni le ha già fatte altre volte. E dopo avere individuato l’auto hanno versato liquido infiammabile e hanno dato fuoco. Quindi la fuga, sotto gli occhi di alcuni testimoni che quasi non credevano ai loro occhi.

L’attentato incendiario che scuote Alghero si è verificato ieri, in pieno giorno nel centro storico: nel mirino un Suv Jeep Compass di colore bianco, parcheggiato sui Bastioni Cristoforo Colombo, di fronte alla casa di riposo “Angelico Fadda”. Succede poco prima delle 17: i due giovani arrivano con lo scooter che ha la targa coperta e rovesciano sulla cappotta dell’auto una tanica di liquido infiammabile, pare zibro, utilizzato come combustibile per stufe. Una volta appiccato il fuoco, i due sono scappati. Immediato l’allarme con l’arrivo sul posto dei vigili del fuoco che hanno spento le fiamme (nel frattempo si erano estese anche a un altro veicolo, una Nissan Micra, parcheggiato accanto) e dei carabinieri che hanno avviato subito le indagini, contando anche sulla disponibilità delle immagini di alcune telecamere della zona. Sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale per garantire la viabilità e le operazioni in piena sicurezza.

Resta l’estrema gravità del gesto, compiuto alla luce del sole, con tanta gente a passeggio in una delle zone maggiormente trafficate. A prescindere dalle motivazioni che hanno armato gli attentatori, a preoccupare sono le modalità di esecuzione, il livello di sfida alle istituzioni. Uno stile criminale che avvicina a realtà di territori dove opera la criminalità organizzata. Sulla vicenda le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia di Alghero, coordinati dal capitano Pietro Barrel. Oltre ad aver sentito diversi testimoni, i militari stanno visionando appunto le immagini di impianti di videosorveglianza presenti nella zona, ma anche video realizzati immediatamente dopo l’attentato dove si sentono alcune persone che parlano tra loro in algherese e dicono di aver visto due giovani a bordo di una moto gettare il liquido infiammabile sull’auto e poi scappare.

Pochi gli elementi trapelati nella prima fase delle indagini. Il Suv è in uso a una commerciante di Alghero che opera nel centro storico, il marito fa l’avvocato, e gli investigatori stano cercando di definire quale fosse l’obiettivo degli attentatori. Cioè a quale dei due fosse diretto l’avvertimento. Gli inquirenti sarebbero sulle tracce degli attentatori.

Ieri a tarda notte, pare che i carabinieri avessero elementi sufficienti per imboccare una pista precisa e arrivare nelle prossime ore a scoprire gli attentatori. (g.baz.)

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

URL originale: Read More