SASSARI. A fine novembre le prospettive erano tremende, con una sola avversaria alle spalle e tanti dubbi. Se allora avessimo chiesto a uno qualsiasi dei protagonisti o dei tifosi più accesi come sarebbe stata la classifica della Dinamo alla fine della regular season trovare una briciola di ottimismo sarebbe stata un’impresa e non erano pochi a ritenere che il gruppo avesse gravi problemi strutturali. Oggi quella stessa squadra, affidata a Piero Bucchi e con le opportune modifiche, è sesta nella griglia playoff, con gli stessi punti della quarta e all’orizzonte biancoblù c’è la sfida nei quarti con Brescia (gara1 lunedì 16 al PalaLeonessa).

E dopo un finale di regular così le prospettive e l’umore sono molto diversi rispetto a qualche incertezza palesata nelle gare precedenti al doppio fragoroso successo su Virtus e Varese, entrambe sepolte con oltre 100 punti. «Abbiamo avuto degli alti e bassi – spiega il direttore sportivo Federico Pasquini – che sono normalissimi quando metti insieme dei nuclei nuovi che hanno bisogno di un po’ di tempo, non sai mai cosa viene fuori. Sapevamo che era un’annata particolare in cui andavamo a cambiare l’asse play-pivot al pronti-via, in questi casi è un po’ come tirare la monetina».

Qualche scelta poco azzeccata? «Devo dire che la nostra filosofia societaria, e questo è merito del presidente Sardara, è stata sempre quella di non trattenere chiunque, giocatori o staff, che non volesse restare nel progetto. Così diventi squadra simpatia, orgoglio di una regione. Non abbiamo fermato Spissu che era in condizioni di fare un ulteriore step di carriera. E quando cambi un play da oltre 30’ di media, e lo devi fare a fine luglio quando i pezzi grossi del mercato se ne sono andati, è tutto più difficile. Scegliemmo Clemmons, che non è andato bene (c’era di mezzo anche una situazione personale legata alla nascita dei gemelli), ma ad Ankara ha poi fatto un’ottima stagione, passando poi al Burgos, a conferma che non era certo scarso. Battle forse aveva bisogno di un altro tipo di play, e queste cose inizialmente ci hanno incartato».

Bravi nel cambiare in corsa: «Sì, e siamo molto contenti. Consideriamo che ormai le squadre non fanno mai meno di due cambiamenti, e noi simo tra quelli che cambiano meno. La squadra è molto cresciuta durante la stagione e questo significa che è stato fatto un buon lavoro – dice Pasquini – Abbiamo avuto la fortuna di poter prendere gente della qualità di Robinson e Bilan, ma vorrei far notare che se tutto gira bene è anche grazie al fatto che abbiamo voluto dar seguito al progetto Treier-Diop, di cui tutti ora dicono “che bravi”, entrambi reduci da intervento, ma che abbiamo aspettato perché volevamo essere “quelli lì”. E magari li vedremo esplodere come Spissu. Gentile è stato bravo ad adattarsi alle esigenze. E poi il ritorno di Kruslin: è un giocatore che fa tantissimo lavoro sporco e in quel momento avevamo bisogno di un equilibratore, che facesse tanta difesa e in attacco non chiedesse i palloni. È stato straordinario, non finirò mai di ringraziarlo».

Ora i playoff: «In questo momento la squadra ci dà sicurezza: vediamo che i ragazzi stanno bene insieme, c’è molto feeling e ha avuto buon esito anche l’inserimento di Bilan, processo potenzialmente molto lento viste le caratteristiche diverse rispetto a Mekoluwu. Siamo molto orgogliosi della posizione acquisita, in un campionato che ha visto tante sorprese in negativo, il fatto di essere sempre lì, dove comunque siamo da 11 anni, ci gratifica molto». Presentarsi alla post season così non è malaccio: «Sì, perché siamo nella perfetta condizione per dire: rispetto di tutti, paura di nessuno. Nei playoff però le gare le decidono i giocatori che hanno la palla più “leggera”, ora limiamo gli ultimi dettagli e poi ragioniamo su una squadra come Brescia, che per qualità di gioco e continuità di risultati è la sorpresa dell’anno». Buona nuova per i tifosi: gara1, 2 e 3 saranno visibili su Rai Sport.

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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