CAGLIARI. Cibus, con latticini e formaggi sardi in prima fila, ha chiuso i battenti alla fiera di Parma tornando ai numeri pre-pandemia: sia la presenza di espositori che di visitatori hanno infatti superato le attese dell’ente Fiere e di Federalimentare, che hanno organizzato il salone dedicato al cibo made in Italy. La Sardegna ha avuto un ruolo importante nel sostenere il rilancio del settore con il gruppo Arborea (190 aziende agricole socie, terzo player nazionale nel latte UHT e leader nel comparto lattiero-caseario nell’isola) e il Consorzio del Pecorino Romano, una realtà che sta conquistando i mercati di tutto il mondo. Il gruppo Arborea ha presentato il piano annuale di nuovi prodotti e la e strategia distributiva nel mercato nazionale ed estero. La novità che ha colpito di più i visitatori sono stati tre nuovi yogurt della linea “A·Yo”, il primo prodotto in Italia con un mix di latte di mucca e pecora, 100% sardi. Le nuove referenze (al gusto di stracciatella, nocciola e vaniglia) saranno distruite su tutti gli scafali del Paese. Novità anche per il marchio “Girau” (prodotti ovicaprini) con il quale Arborea punta, da un lato, a rafforzare la leadership nazionale e a incrementare ulteriormente la penetrazione del latte fresco a lunga durata (ESL) e dello yogurt di capra e, dall’altro, a completare la gamma del latte UHT intero di capra. Apprezzati anche la nuova veste grafica della linea “Mozzarella Isolabella”, prodotta col metodo tradizionale della filatura ad acqua e rigorosamente con latte vaccino sardo e un vasto assortimento di formaggi stagionati.

Molto visitato anche lo stand del Consorzio del Pecorino Romano che ha riservato più di una sorpresa ai suoi ospiti. «Siamo molto soddisfatti – ha detto il presidente del Consorzio Gianni Maoddi – E’ stata l’occasione per far conoscere ancora di più il nostro straordinario prodotto. Cibus è stata anche l’occasione per esplorare nuovi mercati e potenziare la presenza su quelli in cui siamo già presenti, per migliorare sempre di più la ricaduta economica sulla filiera e sull’intero territorio di produzione».

Soddisfatti anche gli organizzatori della manifestazione. «La vera novità di Cibus 2022 – hanno raccontato facendo il bilancio della rassegna – è la constatazione che la crisi ha dimostrato la solidità delle imprese a carattere familiare del nostro Paese, che hanno continuato a lavorare e a progettare anche durante la emergenza pandemica e la crisi Ucraina senza lasciarsi scoraggiare, anzi aumentando i loro sforzi per raggiungere l’eccellenza e la sostenibilità dei loro prodotti».

La domanda che continua a crescere in doppia cifra, ormai da oltre 10 anni, da parte degli importatori e distributori ha convinto agli organizzatori di calendarizzare Cibus anche nel 2023 (dal 29 al 30 marzo) in armonia con l’altra grande fiera del made in Italy, Vinitaly, in un format più leggero, proprio per consentire agli operatori internazionali di spendere più giorni sul territorio per visitare e conoscere da vicino le imprese che hanno reso celebre l’agroalimentare italiano.

Nel corso dell’ultima giornata l’Associazione culturale “I Love Italian Food” ha riferito di aver creato una rete di circa 20mila ristoratori, in tutti i continenti, per i quali organizzerà eventi B2B, food festival e formazione professionale. Anche in questo caso la Sardegna spera di ritagliarsi un ruolo da protagonista.

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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