SASSARI. L’Inps deve conservare un’adeguata presenza sul territorio, intesa sia come numero di strutture che di consistenza di personale. Non solo: è necessario un piano straordinario per implementare gli organici delle varie strutture, compresa la ricostituzione dei Centri medico legali.

Il messaggio, forte e chiaro, arriva dal Comitato regionale Inps per la Sardegna, che ha approvato all’unanimità (si è astenuto solo il rappresentante dell’Istituto) un ordine del giorno nel quale viene sostanzialmente riassunta e messa nero su bianco la contrarietà dei comitati provinciali e delle varie realtà territoriali all’abbandono da parte dell’Inps di alcuni territori dell’isola, in particolare nelle zone interne.

«L’istituto in Sardegna – si legge nel documento approvato dal Comitato – registra 2,05 miliardi di euro di entrate a fronte di 4,9 miliardi di uscite, 4,5 delle quali per prestazioni pensionistiche, rappresentando così una realtà economica di primario rilievo nel territorio isolano, che vede la presenza di 377 comuni. La popolazione residente è di circa 1,6 milioni, con oltre 400 mila abitanti di età superiore ai 65 anni».

In questo contesto, viene sottolineato come un’adeguata presenza sul territorio sia necessaria, al fine di «garantire elevati livelli di efficienza ed efficacia nei servizi all’utenza, a cominciare dai soggetti più fragili, come anziani o malati. Negli ultimi anni – sottolinea il Comitato – si è registrato invece un progressivo impoverimento della presenza della pubblica amministrazione sul terriorio sardo».

Nel caso dell’Inps, c’è stata una forte contrazione degli organici, passati da 814 unità (nel 2019) alle 680 attuali. I parametri per l’istituzione o la chiusura delle strutture territoriali, comprese le agenzie, si basano su popolazione residente, personale assegnato e tasso di ipercopertura, intesa come il valore percentuale tra bacino di utenza e popolazione residente, calcolato in termini di tempo per raggiungere la sede. In caso di revisione degli assetti territoriali, i comitati locali dell’Inps sono chiamati a esprimere un parere, che è obbligatorio ma comunque non vincolante per lo stesso ente.

«Il Comitato regionale – conclude il comitato guidato da Piero Agus – auspica che tutte le istituzioni sarde e le forze politiche e sociali, intervengano per attivare un confronto a livello nazionale per risolvere le criticità esistenti».

Sul fronte politico, la prima presa di posizione è quella di Salvatore Deidda: il deputato di Fratelli d’Italia, annuncia la presentazione di una nuova interrogazione al Governo. «È da inizio legislatura che sto denunciando la carenza dell’organico – sottolinea –, non colmata con l’ultimo concorso, e la volontà di chiudere i presidi territoriali volendo affidarsi alla rete internet. Peccato che, in molti territori la linea veloce è ancora ostacolata».

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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