NUORO. In organico in tutta l’Asl di Nuoro mancano 100 infermieri e 40 operatori socio-assistenziali. Al decimo piano è ancora aperto il reparto Covid, con diversi pazienti e tutti i problemi annessi, ed è gestito da lavoratori assunti attraverso un’agenzia interinale con un contratto che scadrà a fine anno. In ogni reparto, poi, il personale è al di sotto dei numeri richiesti dai livelli fissati per il settore, con punte di criticità in Chirurgia generale, Chirurgia vascolare, Psichiatria, Urologia e assistenza domiciliare integrata. Di infermieri ce ne dovrebbero essere almeno dodici, ma in diversi reparti sono 8, massimo 10. Tant’è che anche la programmazione delle ferie estive rischia di andare a farsi benedire, e più di qualcuno, quanto a meritate vacanze, rischia di dover saltare un turno. E la graduatoria dell’ultimo concorso, quello che si è tenuto a Cagliari e con millecinquecento candidati per 300 posti, è bloccata da tempo: non scorre, anche perché, dicono i sindacati, «il passaggio da Ats ad Ares non consente di farla scorrere perché tra le altre cose c’è una grossa carenza di personale amministrativo. Manca il personale che possa occuparsi dei concorsi. Bisogna ricomporlo al più presto. A Nuoro, ad esempio, gli amministrativi sono tutti dell’Ares, dell’Asl non c’è nessuno. Quindi chi è che può gestire le procedure di assunzione?».

È un quadro decisamente poco confortante, insomma, quello che il Nursind, il sindacato degli infermieri, tratteggia in queste ore anche attraverso un esposto per segnalare il «rischio livelli essenziali di assistenza all’ospedale San Francesco a causa della carenza di personale infermieristico e oss». «Le gravi carenze di organico che investono tutte le unitàoperative operative del presidio ospedaliero San Francesco di Nuoro, già ampiamente segnalate e a tutt’oggi rimaste prive di provvedimenti, stanno mettendo a serio rischio gli standard qualitativi delle prestazioni assistenziali erogate ai pazienti e la funzionalità dei servizi – spiegano i rappresentanti del Nursind, Mauro Pintore e Francesco Tuvoni – una situazione che espone ad un elevato rischio clinico assistenziale. La mancanza cronica di personale infermieristico è poi aggravata da quella del personale di supporto, e costringe per necessità, gli infermieri stessi ad occuparsi anche di attività diverse da quelle di competenza, con il rischio di pregiudicare quelle proprie, oltre ad essere illegittimamente demansionati».Per il Nursind, dunque, la situazione è ai limiti della sindrome del cosiddetto “burn-out”, e bisogna intervenire al più presto per «scongiurare il pericolo che possano verificarsi nuovi incresciosi episodi di malasanità». Tra i casi segnalati dal Nursind, c’è anche «una non trascurabile percentuale di personale sanitario infermieri e oss che non svolgono le funzioni del proprio profilo ma vengono adibiti a funzioni amministrative o pseudo sanitarie in servizi ambulatoriali».

Ma stavolta, in particolare, il sindacato presenta all’Asl diverse proposte per tamponare le carenze. E suggerisce: l’accorpamento di servizi per tipologia di cure durante il periodo estivo, in modo da permettere al personale di poter usufruire delle ferie estive, il trasferimento degli operatori sociosanitari che lavorano in alcuni servizi ambulatoriali alle unità di degenza, a più utile supporto dell’assistenza infermieristica, il rispetto dei requisiti minimi per il personale assistenziale area comparto nelle varie unità operative». Ma i problemi e le carenze, spiega il rappresentante provinciale del Nursind, Mauro Pintore, riguardano non solo il San Francesco ma anche il San Camillo di Sorgono, e tutte le strutture dell’Asl 3. « L’ospedale San Francesco di Nuoro e il San Camillo di Sorgono – spiega – dovrebbero soddisfare il bisogno di salute di tutti gli utenti della provincia di Nuoro ma attualmente vivono una situazione di costante emergenza con il personale sanitario carente per la totale negligenza e scarso impegno della politica regionale che ancora rimanda decisioni sugli impegni presi lasciando i servizi sanitari del Nuorese in condizioni esasperanti. E lasciando pochi infermieri e Oss a garantire un servizio fondamentale».©RIPRODUZIONE RISERVATA

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