ORANI. Tendenza pop art nella grafica a cura di Heart studio, per un messaggio universale, chiaro e curioso, come lo sono i giovani a cui è rivolto. Al Museo Nivola, grazie a un’idea del direttore Luca Cheri, presto sarà possibile trovare un distributore di prodotti igienico sanitari e contraccettivi. Non solo arte, spettacoli, laboratori, ma anche “luogo di riferimento e aggregazione per le nuove generazioni”, è il messaggio che accompagna la raccolta fondi per questo progetto. Campagna in corso, attraverso il sito internet dove poter fare la propria donazione e contribuire in questo modo a un’opera che si può definire di attenzione ai bisogni della fascia di popolazione che senza dubbio, nei due anni di pandemia, ha risentito maggiormente del distanziamento sociale, inteso come mancanza di occasioni di incontro, scambio, scoperta e conoscenza. «È per questo motivo che nasce Love box, una campagna di sensibilizzazione e sostegno dei giovani che negli ultimi due anni hanno sperimentato un costante stato di stress e ansia – spiegano nel sito web – nel vivere le relazioni a causa della pandemia di Covid-19. L’obiettivo è rendere più accessibili prodotti igienico sanitari e contraccettivi, facendo luce sul fenomeno in crescita della povertà giovanile».

In un’idea semplice, oltre ad andare incontro alle esigenze dei giovani che amano frequentare gli spazi del museo, anche un messaggio che trasmette positività e cerca di abbattere i clichè legati al vivere le esperienze più intime. Secondo un’indagine Censis del 2019 assieme alla fluidità del vivere i rapporti con le altre persone, i millenials risultano meno attenti nell’utilizzo di metodi contraccettivi e di precauzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Nel campione intervistato è emerso infatti che il 63% ha avuto almeno un rapporto completo non protetto, e di questi il 22,5% ha affermato di non avere avuto metodi contraccettivi a disposizione. Va in questa direzione la campagna avviata grazie all’iniziativa del Museo Nivola, che si propone peraltro di realizzare un distributore ideato da un designer e realizzato da alcuni artigiani locali, da installare in loco e fornire gratuitamente questi prodotti.

«Sentiamo spesso dire come il museo sia per antonomasia un luogo dove si conosce, ci si informa sulla realtà che ci circonda e dove possono essere veicolati in maniera diretta e perchè no, a volte inusuale, diversi tipi di messaggi – spiegano –. Per queste ragioni, crediamo che la nostra realtà possa essere il posto giusto per far sì che un gesto così semplice ma allo stesso tempo importante, abbia la giusta risonanza e sia accolto dal pubblico di giovani a cui si rivolge». A tutti coloro che sosterranno con una donazione la raccolta fondi l’incentivo a frequentare questo luogo d’arte, poichè, in base alle donazioni sono previste vere e proprie ricompense che sicuramente hanno un valore che va oltre quello prettamente economico. Tra le premialità ingressi gratuiti e caffè di benvenuto per una o più persone, scontistiche al bookshop e tanto altro.

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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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