CAGLIARIIl Superbonus 110 per cento è stato un toccasana. L’edilizia deve ringraziare chi l’ha pensato, a Roma, anche se la politica nazionale è stata fin troppo lenta e spesso contraddittoria nello stabilire le regole d’ingaggio. Sta di fatto che tutti i crediti d’imposta – da quelli per le facciate agli ecobonus – hanno consentito alle costruzioni di risalire in fretta la classifica, dopo il crollo verticale del 2020, l’anno più buio della pandemia. È stata la Cna, con il suo consueto rapporto, a ribadire che, nel 2021: «L’edilizia in Sardegna s’è dimostrata un mercato in forte espansione e crescita. La tendenza positiva dovrebbe proseguire anche quest’anno, ma le incertezze sono ancora troppe, pensiamo solo al forte rincaro del costo delle materie prime e dell’energia elettrica, per sostenere che crescerà ancora». Un secondo toccasana potrebbe essere il piatto molto ricco del Piano di ripresa e resilienza, ma è «indispensabile – hanno sottolineato i vertici della Cna – che soprattutto i piccoli Comuni siano affiancati nei bandi da esperti, che oggi non hanno, oppure sarà tutto molto più complicato e potremmo perdere buona parte dei finanziamenti straordinari». Soprattutto perché, ed è questo uno dei pochi dati negativi del 2021, le amministrazioni pubbliche non sono state certo prodighe nel pubblicare e assegnare i bandi, a parte i soliti tempi infiniti della burocrazia.

Il Superbonus. Sono stati Antonello Mascia, presidente della Confederazione costruzioni, e Francesco Porcu, segretario regionale della Cna, a mettere i fila i numeri di un quasi nuovo miracolo italiano nel 2021. Il volume d’affari ha superato i 5,8 miliardi, con un aumento del 16,5 per cento sul 2020 e del 12 sul 2019, che già di per sé era stato un anno discreto. Il traino del Superbonus è stato evidente, in particolare nell’edilizia privata. Gli interventi di riqualificazione agevolati, finalizzati alle ristrutturazioni e a ridurre i costi energetici, sono stati 5.306, arrivando a muovere 920 milioni di investimenti. «C’è stata una vera e propria corsa al Superbonus. Fino al punto – ha ribadito Mascia – che la Sardegna è fra le prime regioni del Mezzogiorno in questa classifica, con una media del 79 per cento rispetto a quella nazionale del 72».

Il mercato. Gli investimenti hanno superato il tetto dei 4,6 miliardi, con un aumento del 19,7 per cento, opposto in tutto e per tutto al calo di sei punti che c’era stato nel 2020. L’edilizia privata è quella che ha avuto il balzo più evidente con una crescita vicina al 30 per cento, mentre quella non residenziale è stata più lenta nella risalita, fermandosi al 13,7. Il mondo del lavoro legato all’edilizia è cresciuto, con oltre 3mila assunzioni fino a toccare il tetto degli oltre 41mila occupati, recuperando con largo margine quanto aveva perso nel 2020. Anche in questo caso la media regionale del 7 per cento è superiore a quella nazionale del 6. Ancora: seppure rimaste come sempre piccole nelle dimensioni, il numero di imprese attive s’è chiuso con un saldo positivo, con 209 iscrizioni in più, per toccare un totale di oltre 20mila fra artigiane e non artigiane.

Le compravendite. Fra le province quella più dinamica è stata Sassari, con un più 24 per cento, seguita da Nuoro, più 16. In doppia cifra anche Cagliari e il Sud Sardegna, entrambe oltre i 10 punti in percentuale. In valori assoluti per quanto riguarda il volume d’affari è comunque Cagliari ad assorbire la fetta più consistente con 2,3 miliardi di euro, seguita da Sassari, con 1,8.

Appalti pubblici. È questa l’unica vera nota dolente del 2021, ha sottolineato Francesco Porcu. Sono state bandite solo 655 gare, per un importo complessivo intorno ai 464 milioni. «Rispetto all’anno scorso – ha aggiunto – il calo è stato netto, con addirittura meno 67 per cento negli importi a base d’asta». Tra l’altro, esclusi pochi casi, sono mancati i grandi appalti e «di fatto – ha aggiunto – s’è bloccata quella crescita che c’era stata negli ultimi quattro anni, regalando la Sardegna in fondo alla classifica nazionale». Solo le Province hanno mantenuto una media accettabile, mentre la Regione e i Comuni hanno ridotto di molto le gare. «È evidente – hanno concluso i vertici della Cna – che ora gran parte delle aspettative sono tutte rivolte verso il Piano straordinario di ripresa e resilienza, ma dobbiamo evitare che gran parte di quegli appalti se li accaparrino le imprese della penisola». (ua)

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