SASSARI. Non è l’unico gioiello del sottosuolo sassarese il Barbacane. Anzi. C’è una immensa Sassari sotterranea caratterizzata da almeno 30 siti tra rifugi antiaerei e ricoveri sotterranei. Molti di questi corredati da progetti, relative piante e percorsi. A chiedere conto della possibilità di una ripresa di interesse e valorizzazione di questi siti sempre Mariolino Andria. Che, come nel caso delle vestigia del castello Aragonese, ha dovuto però incassare l’interesse dell’amministrazione comunale per il tema senza però la possibilità di prendere nessun impegno.

Davvero un peccato. Visto che sotto i piedi dei sassaresi c’è un tesoro, dai più completamente sconosciuto. Come tutte le città italiane, tra il 1941 e il 1943 Sassari si dotò infatti di numerosi ricoveri antiaerei pubblici, che esistono ancora oggi. Gli ingressi negli anni sono stati chiusi, e oggi, salvo alcuni esperti o appassionati, ben pochi sanno dove si trovino. Una mappa precisa di questi rifugi è stata ricostruita grazie al libro del professor Antonio Murziani, “La Sassari sotterranea – I rifugi antiaerei”. Qualche esempio: ci sono rifugi in via Roma, (l’ex caserma Ciancilla oggi Facoltà di Lettere), tra viale Mameli e viale Caprera, con ingressi visibili tra le scalinate di via Eleonora d’Arborea e via Enzo, in piazza Tola, poteva ospitare 1200 persone e aveva un ingresso al Corso, al Museo Sanna, aperto in occasione di Monumenti Aperti e in piazza Castello, accanto al barbacane, invaso dai liquami, ma per lunghi tratti pulito e imponente.

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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