SASSARI. I listini di benzina e gasolio tornano a raggiungere livelli record, al punto che in alcune zone dell’isola i prezzi alla pompa superano i 2 euro al litro anche in modalità self. Lo denuncia il Codacons, che segnala la stangata su chi ha deciso di spostarsi in auto per il ponte del 2 giugno e su chi sta organizzando le vacanze e deve mettere in conto una spesa in più. Ci sono poi gli autotrasportatori che sono i primi a risentire dello sbalzo dei prezzi del carburante e lanciano un nuovo grido dall’allarme. «Accanto al dramma di tante famiglie sempre più in difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità – spiega Piero Muscas, imprenditore cagliaritano, referente di Ruote libere Sardegna – per i lavoratori del mondo dell’autotrasporto, così come per gli agricoltori, si somma l’emergenza rappresentata da un costo del carburante che ha di nuovo raggiunto livelli insostenibili. Come avevamo previsto il taglio delle accise non ha arginato le speculazioni, oggi certamente accentuate dalla guerra in Russia, ma comunque svincolate a logiche di mercato».

«Senza un tetto massimo al gasolio, che non dovrebbe superare gli 1.60 euro al litro, l’intero settore rischia il collasso – è l’appello di Muscas –. Già il 10 maggio abbiamo scritto alle Commissioni di Camera e Senato per chiedere provvedimenti in merito ritenendo insoddisfacente il protocollo siglato con la viceministro Bellanova, ma ora davvero il tempo è scaduto».

Col greggio salito in questi giorni a 120 dollari al barile (ma ieri il prezzo ha virato verso il basso dopo l’annuncio dell’Opec di voler aumentare la produzione), il prezzo alla pompa del gasolio è schizzato a oltre 1,9 euro e in qualche caso ha superato il tetto dei 2 uro. «Il risultato – ha continuato Muscas – è che oggi gli autotrasportatori lavorano in perdita e soprattutto per chi ha una piccola azienda con meno di 5 mezzi questo significa dover decidere se chiudere o meno l’attività per far quadrare i conti già in bilico della propria famiglia. Il tetto al costo del gasolio rappresenta la priorità assoluta insieme alla immediata compensazione dei mancati rimborsi ordinari sulle accise per i mezzi meno inquinanti. Parliamo di 500 milioni promessi dal Governo che con questi prezzi del gasolio sono poco più che un cerotto su una gamba».

L’allarme dei piccoli imprenditori sardi che si riconoscono nell’Associazione Ruote libere è confermato dai dati che arrivano d al monitoraggio eseguito dal Codacons. «I listini hanno toccato livelli altissimi spiega l’associazione dei consumatori – con prezzi abnormi in diverse zone dell’isola». Il Codacons fa l’elempio della Maddalena (che però è un’isola nell’isola e tradizionalente sconta il doppio gap) dove la verde in modalità self è arrivata a 2,109 euro al litro, 2,299 euro col servito, e il gasolio a 2,249 euro/litro servito, 2,059 euro in self.

Ma anche nel resto del Paese i listini hanno ampiamente superato la soglia dei 2 euro al litro in numerosi distributori, e raggiungono quota 2,160 euro al litro per la modalità servito, 2,069 euro/litro in modalità self. Oggi un pieno di carburante costa circa 20 euro in più rispetto allo scorso anno, e i rincari alla pompa superano in media il 26% sul 2021, determinando una stangata pari a circa 456 euro annui a famiglia solo per i maggiori costi di rifornimento.

«È evidente – conclude l’associazione – che il taglio delle accise non è più sufficiente, e occorre adottare provvedimenti più efficaci per bloccare la crescita di benzina e gasolio».

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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