Davvero un viaggio emozionale nel cuore della città, come recita il sottotitolo del libro. “Cagliaritani per sempre” (Edizioni della sera, pagg.160. euro 14) si sviluppa su 14 racconti brevi scritti da 14 autori diversi. Ognuno porta qualcosa della Cagliari di ieri, di oggi e di domani. Per chi conosce la città c’è lo stupore di ritrovare luoghi, personaggi e situazioni appannati dal tempo, amare i posti che ogni giorno compaiono davanti agli occhi ma su cui non si riesce magari a soffermarsi per abitudine. Per chi invece non la conosce è un bel viaggio alla scoperta di una delle bellezze più luminose della Sardegna. Da Via Roma a Castello, dalla periferia di Sant’Avendrace al Poetto, un volo sulla “Città del sole” molto efficace. Giulio Pisano ha curato l’edizione del volume.

Gli scrittori, cagliaritani, sardi e continentali che hanno partecipato sono Alessandro Cani, Francesca Trois, Virginie Priolo, Gianni Agnesa, Gianmarco Murru, Luca Fiscariello, Jenny Carboni, Luca Masala, Marco Ciconte, Marina Villanova, Matteo Porru, Salvatore Varsallona, Sebastiano Tola e Antonello Deidda. Proprio quest’ultimo è autore di uno dei racconti che riportano alla memoria un tempo passato e molto caro ai cagliaritani: Ultimo tram per il Poetto. Già, perché c’è stato un tempo in cui per andare alla spiaggia adorata dai casteddai si viaggiava sui binari, dentro mezzi che spesso ricordavano i tempi del far west. Sino a quell’ultima corsa, del novembre 1973, raccontata da Ignazio e Antonio, bigliettaio e conducente, in cui calava il sipario sul tram che arrivando in spiaggia e segnava con le sue fermate i luoghi stessi del Poetto, i posti dove ritrovarsi. Con il desiderio di salire sulla Sella del diavolo finisce Jenny Carboni in “Tra l’alba e il tramonto”.

Protagonista una strana coppia: la giovane Nina e il 92enne Bruno, che ritorna a vedere dopo tantissimi anni, grazie all’intraprendenza della ragazza, la villa della sua infanzia. Si emoziona tanto ma esprime un altro desiderio, quello di salire di nuovo nel promontorio che si staglia sulla spiaggia e da lì rivedere per una volta il panorama mozzafiato della città. Matteo Porru, giovane ma già affermato scrittore, ci riporta indietro, con “Ma Nino aspetta”, all’incidente aereo sul volo Alghero-Cagliari del 14 settembre del 1979. Trentuno morti, fra cui la moglie di Nino, Carla. L’uomo sul momento resta “freezato” al momento in cui gli comunicano che il volo è in ritardo. Non capisce, o non vuole capire che anche la moglie è morta. Per oltre 42 anni continua tutti i giorni ad andare in aeroporto e aspettare la moglie e quel volo “in ritardo” sino a quando un cronista locale lo intervista: la vicenda finisce sul giornale, e leggendo l’articolo Nino si scuote dal torpore e ricomincia a vivere. Una descrizione perfetta della città si legge in “Gli stanziali” di Gianmarco Murru: “Cagliari ha molti centri, ognuno è periferia dell’altro… negli anni è diventata davvero una meraviglia”. Impossibile dargli torto.

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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