SASSARI. I sindaci del distretto sanitario di Sassari sono sul piede di guerra per le gravi carenze dell’assistenza di base e pediatrica sul territorio. A infiammare l’ultima riunione del comitato, che si è svolta martedì, è stata soprattutto l’assenza del direttore generale dell’Asl Flavio Sensi. «Sono amareggiato di questo mancato confronto col direttore generale Sensi – commenta il presidente del comitato, il sindaco di Sennori Nicola Sassu – che nonostante sia stato convocato formalmente non si è presentato alla riunione violando così l’articolo 8.2 del regolamento dei comitati di distretto socio sanitari». Durante la discussione il sindaco di Santa Maria Coghinas, Pietro Carbini, ha spiegato che «i sindaci devono dire basta» perché subiscono «umiliazioni per responsabilità altrui». «Costringere i cittadini a percorrere 40 chilometri per l’assistenza di base non è assistenza ma inefficienza – ha aggiunto –. I medici sono sovraccarichi e non rispondono più ai pazienti, e oltretutto non effettuano le visite domiciliari. Non siamo più in condizioni di sopportare una situazione del genere. Siamo pronti a collaborare ma l’azienda sanitaria deve risolvere i problemi».

Duro anche il primo cittadino di Osilo, Giovanni Ligios, che ha chiesto ai colleghi «un’azione forte per far valere la costituzione del comitato». «Il 31 maggio – ha aggiunto – è andato in pensione il pediatra e i cittadini chiedono conto ai sindaci, che però non hanno competenze a riguardo. Non ci dobbiamo preoccupare noi di questi problemi. Siamo in emergenza sanitaria, occorrono interventi straordinari e se è necessario anche convocare l’assessore regionale per valutare come affrontare il problema». A Valledoria i problemi riguardano soprattutto i medici di base. «Due sono andati in pensione e non sono stati sostituiti – ha spiegato il sindaco Marco Muretti – e così siamo passati da 4 a 2 medici nel giro di un anno. È presente il pediatra due volte alla settimana ma non è sufficiente. Inoltre la guardia turistica l’anno scorso non è stata attivata e non sappiamo cosa succederà quest’anno». Il presidente del consiglio comunale di Ossi, Angelo Fancellu, ha riferito che il Comune di Ossi non ha grossi problemi al momento. E ha rilanciato una proposta: «Bisogna abolire l’Usca – ha detto – per destinare i medici nelle sedi vacanti dell’assistenza di base». Inoltre, ha sottolineato la necessità di una verifica del rapporto ottimale tra medici di base e assistiti. Il sindaco di Sorso, Fabrizio Demelas, ha spiegato che gli assistiti chiedono risposte. «Bisogna che qualcun altro venga qui a darci le soluzioni – ha affermato –. Non dobbiamo venire qui a perdere tempo e dalle prossime riunioni non so se verrò. Qualcuno deve avere il coraggio di dire che siamo rimasti indietro per 10 anni, e le autorità ci devono portare le soluzioni. Chi assume responsabilità dirigenziali deve farsi carico dei problemi. Ci vuole una strategia, ci devono dire quanti medici sono necessari nei paesi e nei distretti».

Tra le altre cose i sindaci propongono la ridefinizione delle zone disagiate, mettendo anche nel piatto fondi aggiuntivi così da incentivare i medici a scegliere quelle sedi poco appetibili in termini di retribuzione e che quindi restano spesso scoperte. «I cittadini sono stanchi di questa situazione – conclude il presidente Sassu –. La grave carenza di programmazione ha portato a questa emergenza e i dirigenti devono attivarsi per evitare questi buchi di assistenza nei territori. I sindaci non si fermeranno e saranno determinati a tutelare gli interessi dei cittadini privati dell’assistenza medica generale e di pediatria, spostando l’attenzione su altre sedi più opportune».

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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