SASSARI. Ci aveva visto bene David Herbert Lawrence quando nel 1921 scrisse: «La Sardegna è fuori dal tempo e dalla storia». A Lawrence sarebbe piaciuto oggi ritrovare quel sapore antico della nostra rete ferroviaria, rimasta ancorata a quella impostazione ottocentesca che colloca appunto l’isola, “fuori dal tempo e dalla storia”.Dalla tribuna dell’assemblea di Confindustria sud Sardegna è partito il nuovo grido d’allarme per il futuro dell’isola. Anche il dibattito di queste ultime settimane sul sistema aeroportuale sardo ha rilanciato l’importanza di un aspetto fondamentale per lo sviluppo della Sardegna: quello dei collegamenti interni. Strade e soprattutto ferrovie sono inadeguate agli spostamenti dei sardi e ancor di più lo sono se si proietta l’isola a un maggiore volume di traffico legato a lavoro e turismo.

La rete. Proprio mentre il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, ricordava il gap infrastrutturale della Sardegna, dalla Regione partiva l’annuncio dell’avvio dell’elettrificazione della rete ferroviaria sarda. Una piccola porzione, sulla tratta Cagliari-Oristano, per il momento. Sarebbe un evento storico perché la Sardegna non ha un metro di linee ferroviarie elettrificate (come non ha neppure un metro di autostrade) mentre nel resto del paese l’elettrificazione copre il 72 per cento della rete. Anche la stessa capillarità del sistema ferroviario qui lascia molto a desiderare se paragonato con gli standard italiano. La Sardegna ha infatti 18 chilometri di ferrovie ogni mille chilometri quadrati. In Italia la media è di 56 chilometri per mille chilometri quadrati. E che dire del doppio binario che, se realizzato, consentirebbe di abbattere i tempi di percorrenza? Ne è stato realizzato un breve tratto, tra Cagliari e San Gavino. Poi nulla e i treni si incrociano solo nelle stazioni. In Sardegna c’è il doppio binario solo nel 12 per cento della rete mentre in Italia si raggiunge quasi la metà.

Alta velocità. Di alta velocità neanche a parlarne: i binari non sono adatti a ospitare i treni di questo tipo. Eloquenti le mappe di Trenitalia relativi ai servizi delle “Frecce”: rosse, argento o bianche che siano, di certo non passano per la Sardegna. In una recente audizione al Senato, il presidente della Regione, Christian Solinas, aveva anche portato un altro elemento di valutazione: «La dotazione di infrastrutture ferroviarie per abitanti è tra le più basse d’Italia e inferiore alla media nazionale nell’ambito ferroviario di 283 chilometri per milione di abitanti».

Gli effetti. Una situazione strutturale così arretrata non può non avere effetti sull’efficienza complessiva del sistema. Ancora oggi andare in treno da Sassari a Cagliari e viceversa non ci si impiegano meno di tre ore e 20 (per 175 chilometri). E se da Cagliari o da Sassari volete andare a Nuoro? Abbiamo scherzato: il capoluogo della Barbagia su strada ferrata è collegato solo con Macomer, ma da una linea a scartamento ridotto. Olbia ha da poco inaugurato la nuova stazione e forse avrà presto un collegamento con l’aeroporto. Interventi previsti anche per la realizzazione di un collegamento tra Alghero e lo scalo di Fertilia. Oristano gode della vicinanza con Cagliari e di collegamenti più veloci, frequenti e efficienti rispetto al resto dell’isola.

Il Pnrr. Bisogna scordarsi interventi importanti da realizzare con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile è sempre stato chiaro e netto al proposito: le regole del Pnrr sono tassative e prevedono l’ultimazione degli interventi entro il 2026. Impensabile rispettare questi vincoli se si aspira ad avere il doppio binario o l’elettrificazione della rete. Ma non sembrano esserci, nella programmazione di Rfi e del Governo, neanche a media e lunga scadenza, progetti per equiparare la rete sarda a quella di buona parte del resto d’Italia. A novembre dello scorso anno, il Mims, rispondendo a alcuni articoli della Nuova Sardegna, aveva riepilogato gli impegni economici per l’isola: 29,79 milioni per il rinnovo di autobus extraurbani, 158 milioni per le linee ferroviarie regionali, 4,21 milioni per i collegamenti con le aree interne, 300 milioni per interventi di Rete Ferroviaria Italiane (Rfi), 15,19 milioni per il rinnovo dei treni per il trasporto pubblico locale, 170,18 milioni per i porti, 10 milioni per le Zone Economiche Speciali. Fs a maggio ha presentato il piano per la Sardegna: investimenti complessivi per 1,4 miliardi con l’obiettivo di ridurre i tempi di percorrenza scendendo a 2 ore e 30 sulla Cagliari-Sassari. Ma ancora per parecchio tempo andare da Sassari a Cagliari in treno richiederà più di tre ore. In meno del doppio del tempo si va da Milano a Parigi.

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage

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