Sassari L’altra faccia della medaglia non è d’oro. L’altra faccia della medaglia racconta di quanto sia stato dimenticato lo sport in questi due anni di pandemia, in particolare lo sport per le persone con disabilità. Racconta della difficoltà che presentano persone con disabilità ad avere pari diritti e pari servizi.

L’altra faccia della medaglia racconta di quanto l’“inclusione” sia un concetto sulla bocca di tanti ma nella quotidianità di pochi. Racconta che le nostre città sono a misura di maschio adulto e autonomo nel pensiero e nel movimento, non certo a misura di una persona in carrozzina o anche semplicemente di bambino.

L’altra faccia della medaglia racconta che la paura del diverso, culturalmente, concettualmente ed economicamente diverso serpeggia ogni volta che si confonde la propria opinione con la verità.

Ma ogni tanto è bello vedere il rovescio della medaglia di tutto ciò. E oggi questo lato della medaglia splende d’oro, oro vero: il Progetto AlbatroSS si conferma la società di nuoto per persone con disabilità intellettivo relazionale più forte d’Italia nella 4 x 200 stile libero. Così ai campionati italiani di nuoto organizzati dalla Fisdir (la Federazione italiana sport disabilità intellettivo relazionale) che si sono svolti a Chianciano Terme dal 16 al 18 giugno, Matteo Puggioni, Daniele Ruiu, Enrico Postiglione e Alessandro Roggio sono stati i più bravi di tutti gareggiando contro colossi del “continente”, che nel loro territorio non devono sgomitare per lo spazio acqua, gestendo proprie piscine o provenendo comunque da contesti in cui vi è un riconoscimento diverso del valore dell’acquaticità. Il successo arriva in modo sperato, più che aspettato.

La chiusura delle attività sportive durante la pandemia è stata un brutto colpo. Infatti, se ha messo in ginocchio il mondo delle associazioni sportive olimpiche, che si sono dovute reinventare in cento e più modi per tenere agganciati i propri associati anche a distanza, ha provato in modo molto più significativo l’associazionismo paralimpico. Le difficoltà amplificano le difficoltà e se è stato problematico sentirsi reclusi in casa per chi non deve affrontare la disabilità, vivere la stessa situazione con bisogni particolari può trasformare il lockdown in un vero e proprio incubo. E allo stesso tempo trasformare la ripresa delle attività in una vera impresa.

Perciò questa medaglia rinfresca e ispira come vento in poppa gli operatori che lavorano tutti i giorni nella promozione dello sport per persone svantaggiate e che oggi raccolgono i cocci del proprio lavoro dopo un biennio devastante, pronti a ripartire.

Insieme ai quattro staffettisti, ai campionati italiani organizzati dalla Federazione italiana sport disabilità intellettivo relazionale hanno partecipato anche Gavino Piras, Simone Carta, Roberto Marrosu, Giovanni Marongiu e Vincenzo Marano; erano accompagnati dai due tecnici Edoardo Canu e Enrico Cargiaghe.

Tutti gli atleti hanno ben figurato nella manifestazione qualificandosi in diverse finali individuali.

Inoltre, proprio il giorno prima del titolo italiano con la 4×200, l’AlbatroSS aveva già provato a fare il colpaccio, sempre in staffetta.

Questa volta però la 4×100 stile con Carta, Marongiu, Marrosu e Marano si è dovuta “accontentare” della medaglia di bronzo, posizionandosi al terzo posto. Un risultato comunque di grande prestigio che conferma la bontà del lavoro svolto in questi anni difficili.

Se è vero che la medaglie hanno sempre due facce, forse da questo nuovo successo dei ragazzi del Progetto AlbatroSS si può imparare qualcosa. Al minimo che vale la pena continuare a lottare e sperare che un altro modo di fare sport sia possibile.

 

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

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